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“La Chiesa di Dio che è in Bari-Bitonto, che custodisce le reliquie del santo vescovo taumaturgo Nicola, avverte particolarmente l’interiore appello e responsabilità ad essere testimone di comunione tra Oriente e Occidente”.

 

 

 

Per tale motivo, si legge in una nota diffusa dall’arcidiocesi, “l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano, e il rettore della chiesa ortodossa russa di Bari, Padre Viacheslav Bachin, si uniranno in preghiera per impetrare a Dio il dono della pace nella regione del Donbass in Ucraina per intercessione di San Nicola, nella cripta della basilica, il giorno 26 febbraio alle ore 19.45”.

“Da quel luogo nel quale ogni giorno cattolici e ortodossi pregano, uno affianco all’altro, educandosi alla pacifica convivenza e alla mutua stima, possa risuonare forte l’appello per la pace nel mondo, soprattutto in quei luoghi dove altri cristiani delle diverse confessioni si trovano a convivere assieme - prosegue la nota -. Il desiderio condiviso ecumenicamente del popolo santo di Dio, che già soffre per le conseguenze della crisi pandemica, provochi ulteriormente le coscienze affinché si trovino soluzioni diplomatiche alla crisi ucraina”.

“La drammatica escalation delle ultime ore mette ancora una volta a dura prova la vita di molte persone di questa nostra Europa – ha detto l’arcivescovo Satriano -, che mostra di aver smarrito memoria storica e comuni radici cristiane. Il cuore è gravido di dolore e credo che, nonostante l’apparente fallimento dei vari tentativi diplomatici messi in atto per fermare questa tragedia, sia importante non dimenticare l’appello che proprio da un vescovo di questa nostra Puglia, don Tonino Bello, fu gridato più volte: ‘In piedi, costruttori di pace!’”.

“L’incontro di preghiera presso la tomba di San Nicola di Myra di domani sera rimane un punto luminoso intorno a cui raccogliere quanti credono nella forza della preghiera come strumento capace di disarmare l’inimicizia. Quanto Cristo ha insegnato rimane per noi strada privilegiata per innervare fermenti di speranza e lucidità di coscienza”, ha aggiunto il presule.

“Questo gesto - chiarisce l’arcivescovo - non sia interpretato come puro irenismo, ma sia letto come presa di posizione contro ogni forma di guerra. Inoltre, le lampade che porremo sulla tomba di San Nicola vogliono essere segno di un impegno personale e di un’invocazione comunitaria che sale da questo lembo del Mediterraneo per attestare vicinanza a quanti si ritrovano nella paura e nella sofferenza”.

Mons. Satriano conclude: “Il solo pensare alle possibili conseguenze che tale conflitto può innescare porta angoscia ai cuori di tutti. Pertanto, auspico che il buonsenso e il dialogo prevalgano su queste ore buie”.

 

 

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