Anche la comunità diocesana di Otranto ha vissuto la festa del “Perdono di Assisi” la cui organizzazione è stata totalmente curata dalla comunità delle Clarisse del locale monastero.
L’altra sera, nel giardino del monastero, un primo momento di preghiera con l’adorazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Francesco Neri e con le confessioni individuali. Ieri mattina, le lodi e la santa messa presiedute dallo stesso arcivescovo francescano.
“Da San Francesco dobbiamo prendere prima il sentimento dello stupore - ha detto mons. Neri nell’omelia -. Chiediamoci: ma io mi sono abituato all’Eucarestia? Forse sì. È facile perdere lo stupore eucaristico. San Francesco ci direbbe ‘rendetevi conto dell’enorme grazia di partecipare spesso alla Santa Eucarestia’”.
“Il secondo atteggiamento che dobbiamo prendere da San Francesco - ha proseguito l’arcivescovo di Otranto - è l’adorazione. Adorare significa meravigliarci, la meraviglia che suscita la presenza del Signore nella nostra vita. Quando ci accostiamo più spesso ai sacramenti, là c’è la prova che nei sacramenti c’è Dio perché siamo più sereni, più felici”.
“La grazia - ha concluso - ci evoca prima di tutto la bellezza. La bellezza è dono. Anche noi siamo chiamati a essere pieni di grazia. La grazia è Dio che dona se stesso all’uomo. La sapienza di Dio viene ad abitare dentro di noi. Non dobbiamo chiuderci alla grazia. Riflettiamo sulle circostanze della vita che ci fanno chiudere alla grazia e nella vita quotidiana attingiamo alla preghiera, al vangelo e ai sacramenti”.