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Domani 5 settembre, alle 18.30, sul sagrato della basilica di Santa Maria di Leuca, il diacono don Andrea D’Oria, con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria sarà ordinato sacerdote da mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca.

 

 

Sono diversi decenni che Arigliano, frazione di Gagliano del Capo, non vede un suo concittadino seguire la vocazione e diventare sacerdote.

Il giorno dopo della sua ordinazione sacerdotale, domenica 6 settembre, alle 10.30 presso la basilica di Santa Maria di Leuca, don Andrea D’Oria presiederà la sua prima solenne celebrazione eucaristica, in serata, alle 19 celebrerà la sua prima messa ad Arigliano, presso la parrocchia di San Vincenzo e farà lo stesso martedì 8 settembre alle 19 a Specchia, nei pressi della cripta della Madonna del Passo, in occasione della omonima festa religiosa. 

Don Andrea D’Oria, è nato 26 anni fa a Gagliano del Capo, la storia della sua vocazione è iniziata nella parrocchia di San Vincenzo ad Arigliano, dove, dall’età di 10 anni, ha iniziato a svolgere il servizio all’altare come ministrante. In prima media, nel settembre 2005, con il desiderio di conoscere meglio il Signore e l’esperienza molto intima e familiare della vita parrocchiale lo hanno portato all’ingresso nel seminario minore di Ugento.

Dopo otto anni di formazione nel seminario minore (scuola media inferiore a Ugento e liceo classico a Casarano), conseguito il diploma di maturità classica, mons. Vito Angiuli ha deciso di fargli proseguire la formazione presso il Pontificio seminario romano maggiore.

Il 18 maggio 2019 è stato ordinato diacono a Roma, presso la basilica di San Giovanni in Laterano, dal cardinale vicario, Angelo De Donatis. Dopo aver completato il ciclo di studi di Filosofia e Teologia a Roma presso la Pontificia Università Lateranense, dal 2018 è studente di diritto canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma.

Per don Andrea D’Oria sono rilevanti alcuni aspetti della sua vocazione sacerdotale: “L’importanza della vita comunitaria, vissuta per quindici anni nei due seminari e l’esperienza di fraternità dall’alta portata formativa; la significativa esperienza della misericordia di Dio maturata negli anni del Seminario Maggiore e la centralità dell’adorazione eucaristica; la frase dell’ordinazione: «Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione». (2 Cor 5,18) à prete perché? Per essere strumento di misericordia (dono ricevuto e da comunicare agli altri); ed infine, la chiamata di Dio nell’ordinarietà della vita: la vocazione non mi ha tolto nulla a livello di esperienze, anzi, mi ha dato la grazia di gustare di Dio in tante cose buone della vita”.

 

 

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