“Una Città SiCura in cui lenire le ferite subite e in cui denunciare con coraggio i torti messi in atto dalla criminalità. Una Città SiCura dove tutti i cittadini si sentano corresponsabili del bene comune e possano costruire insieme un futuro migliore”.
A chiederlo è la città di Canosa di Puglia, città natale del primo arcivescovo di Lecce, Francesco Minerva, dove lo scorso 10 settembre, nel cuore della notte, il fragore di una bomba carta ha svegliato un quartiere periferico della città e nei giorni scorsi una bomba è stata fatta esplodere all’interno del parcheggio del commissariato della Polizia di Stato. “Un atto gravissimo contro le istituzioni della nostra Repubblica, la società civile e la dignità umana di ciascun cittadino”, si legge in una nota della diocesi di Andria: “Un atto ignobile contro un presidio di legalità ove uomini e donne lavorano per la sicurezza di questa città, troppe volte vittima di atti illegali”.
Pertanto, le associazioni civili ed ecclesiali della città di Canosa di Puglia invitano tutti i cittadini a partecipare a un sit-in che si terrà in Piazza Vittorio Veneto stasera alle 20.
Al sit-in prenderà parte, unitamente alla comunità ecclesiale, anche il vescovo della diocesi di Andria, mons. Luigi Mansi. “I canosini vogliono una Canosa SiCura in cui tutti possano vivere senza timore nella propria quotidianità, nel rispetto della legge e delle istituzioni democratiche”, si legge nel comunicato, in cui i canosini chiedono “più controlli perché le nostre vite siano fortemente tutelate”.