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Un tempo utile a ripensare il modo di essere parrocchia evidenziandone la natura e la vocazione missionaria. Così si possono definire i giorni che alla fine di luglio presso l’Oasi “Martiri Idruntini” di Santa Cesarea Terme hanno visto riunirsi l’Istituto pastorale pugliese (Ipp).

 

 

 

L’organismo della Conferenza episcopale pugliese, guidato dal vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, mons. Luigi Renna e dal segretario mons. Piero De Santis ha riunito i responsabili per la pastorale delle diocesi pugliesi al fine di confrontarsi sul percorso di formazione: Le parrocchie missionarie per condividere la gioia del Vangelo. Percorso di formazione pastorale.

Il progetto, sostenuto dai vescovi della regione, prende le mosse dall’invito di Papa Francesco che nella Evangelii Gaudium invita i pastori a rinnovare e convertire le comunità ecclesiali e renderle sempre di più missionarie.

Ecco allora che la proposta pensata dall’Ipp raggiungerà le diocesi nel triennio 2022-2024 e sarà indirizzata ad alcuni presbiteri, religiosi e laici inviati dalle Chiese di Puglia perché crescano nella capacità di animare la conversione pastorale delle parrocchie nelle diverse realtà locali.

Questa proposta formativa è indirizzata ai partecipanti che saranno inviati dalle diocesi pugliesi e che completeranno l’intero percorso confrontandosi con i contenuti teologici e riflettendo su di essi a partire dalla propria esperienza di adulti che operano nella pastorale secondo l’approccio formativo dell’agire riflessivo.

Nel comunicato finale della tre giorni idruntina così scrive mons. De Santis: “il primo atteggiamento da assumere, rispetto alla narrazione dei vissuti parrocchiali, sarà quello dell’ascolto, non caratterizzato dal giudizio ma dall’accoglienza positiva e propositiva, cercando di scorgere il bene presente, cogliendo le dinamiche interne, osservando quanto è accaduto, considerando i soggetti coinvolti e le conseguenze delle scelte pastorali che sono state attuate. Le stesse pratiche, oltre essere ascoltate, saranno analizzate alla luce del contributo teologico offerto dagli esperti coinvolti. Il secondo atteggiamento sarà quello di lasciarsi interpellare dalle pratiche proposte e condivise al fine di discernere e cogliere le criticità e i punti di forza che incoraggiano e dispongono ad un rinnovamento del vissuto, capace di attivare nuove buone pratiche o rivitalizzare alcune già in atto nelle parrocchie delle Chiese di Puglia. Dunque, si partirà dalla vita delle comunità, dalle prassi pastorali in atto, nella convinzione che esse rappresentano il vero ‘luogo teologico’ dove sta già avvenendo un’esperienza di santificazione, una storia di salvezza”.

I temi portanti dei tre anni saranno: Parrocchie: memoria e cambiamento (2022); Parrocchie: ministerialità e sinodalità (2023); Parrocchie: cultura e cittadinanza (2024) e, intorno al consiglio di presidenza dell’Ipp e al preside della Facoltà teologica pugliese, saranno studiati da  una equipe composta di presbiteri, laici e religiosi provenienti da tutta la regione coordinata da don Francesco Zaccaria, docente di teologia pastorale e arricchito nel tempo grazie ai contatti con altre due simili esperienze formative che si stanno realizzando in altre parti di Italia intorno alla “parrocchia”, una proposta in Veneto, promossa dalla Facoltà teologica del Triveneto, e una esperienza in Toscana, collegata all’Issr di Firenze.

Illuminante, in tali giorni di studio, è stata la riflessione della teologa Stella Morra, la quale afferma che “il tempo che stiamo vivendo è come una bassa marea, che ha lasciato emergere cosa c'è nei fondali. Insieme a tante bellezze nascoste nel mare, che non avevamo apprezzato, sono apparse le sporcizie, i vetri rotti, le bottiglie di plastica, i rifiuti. Perché non sia una parentesi occorre che ci mettiamo bene in testa quello che ci è finalmente apparso come futile, che sembrava riempire la nostra vita ma che di fatto confondeva il desiderio con il soddisfacimento dei bisogni, anche quelli religiosi. (…) Fare pulizia è il secondo grande appello che possiamo accogliere da questo tempo di bassa marea.  (…) Anche per le nostre comunità e la nostra pastorale ecclesiale l'appello è ad alleggerire, a ripulire, un cumulo di attività che soffocano le relazioni piuttosto che favorirle, che soddisfano il bisogno religioso ma non nutrono la spiritualità, così da promuovere una vita di fede semplice, quotidiana, sostenibile”.

Nei prossimi mesi coloro che parteciperanno al progetto triennale, coordinati dai rispettivi referenti diocesani per la pastorale, si ritroveranno ancora per continuare a vivere il dono e l’impegno della sinodalità, condizione indispensabile perché lo stesso progetto possa attuarsi a vantaggio delle comunità disponili a rinnovarsi per condividere la gioia del Vangelo.

 

 

 

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