Dopo il parere negativo del Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi) relativo alla sperimentazione urgente dell’insegnamento dell’educazione civica già dall’anno scolastico 2019/20, la materia (obbligatoria) entrerà in classe solo da settembre 2020.
“Sentirò a breve associazioni di dirigenti, docenti e studenti per discutere con loro della possibilità di avviare una seria programmazione a partire da gennaio 2020, con tanto di fondi aggiuntivi in Legge di bilancio, per fare quello che il precedente ministro non aveva fatto, cioè preparare in modo efficace le scuole nell’ottica dell’introduzione dell’educazione civica nel settembre 2020”, il commento del neo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti.
“Ho dedicato i miei ultimi dieci anni di ricerca alla sostenibilità ambientale - prosegue -. L’anno prossimo inizierà l’ora di educazione civica e io intendo rimodularla sull’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, non sarà un’educazione civica tradizionale, ma un percorso di formazione dove l’ambiente sarà il filo rosso che collega tutte le iniziative”.
Secondo il Cspi, il progetto di sperimentazione proposto non individua la platea delle istituzioni scolastiche potenzialmente coinvolte e non prevede una “durata definita”; non indica con chiarezza gli “obiettivi”, né prevede alcuna “valutazione di risultati”. Il Cspi suggerisce piuttosto di utilizzare l’anno scolastico in corso per preparare studenti e genitori al significato del nuovo insegnamento, anche in previsione delle ridefinizioni dei patti di corresponsabilità; di chiarire il rapporto tra nuova disciplina e comportamenti sociali e civici; di realizzare iniziative di formazione del personale scolastico e di studiare modalità di valutazione del nuovo insegnamento.