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“Perché vi piace venire a Scuola?”. Una domanda ed è stato subito dialogo diretto con i bambini della scuola dell’infanzia “La coccinella” di Carmiano.

 

“Perché imparate a giocare… a cantare... a ballare”. Un ‘bambino’ tra i bambini – “Grazie, mi avete fatto ringiovanire - ha detto salutando  il vescovo, mons. Michele Seccia, ospite presso la scuola dell’infanzia paritaria di Carmiano “La Coccinella”, per l’ormai consueta “Festa dell’accoglienza e dei nonni”.

I bambini lo hanno accolto sulle note di “Gesù che sta passando” e lui non ha esitato a cantare e muoversi con loro e poi tutti in un grande cerchio sull’allegra “Basta un sorriso”, accompagnata dal battito di mani di tutti i genitori e nonni presenti.

Una presentazione, da parte della coordinatrice, della scuola e del tema dell’anno: “Io e te... diversi, ma uguali”, che si inserisce nella programmazione a più ampio raggio contenuta nel Ptof 2016/2019 “Con il mio corpo gioco, esploro, conosco”, e subito la parola torna al vescovo, che si rivolge ai genitori, esortandoli a non vedere la Scuola dell’infanzia come un “parcheggio” per i figli mentre si fa la spesa, ma a creare intesa con le docenti cui si affidano i figli, perché insieme si possa conoscere meglio i bambini e meglio lavorare per loro e con loro. “La Scuola materna è luogo di formazione, perché le esperienze che si fanno da piccoli non si cancellano - ha rammentato Mons. Seccia, che ha proseguito - la Scuola materna, che è stata ormai da anni riconosciuta nella sua funzione pedagogica in Italia, è veramente un’esperienza che deve vedere le famiglie coinvolte, con le maestre, perché è bello vedere crescere e maturare i propri figli da quando sono piccoli”.

Un’Ave Maria tutti insieme ed è stata la volta del sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, e di Vincenzo Paticchio, presidente della Fism di Lecce, cui “La coccinella” è federata, che hanno rivolto il loro saluto, ricordando, già con la loro stessa presenza, l’importanza di essere inseriti e radicati in un tessuto sociale e culturale che si apre in uno scambio continuo col territorio.

Territorio che i bambini, quest’anno, vogliono imparare a vivere da cittadini attivi, come hanno cantato nel piccolo spettacolino che li ha visti protagonisti con canzoncine e poesie dedicate all’accoglienza e ai cari nonni presenti numerosi.

Un dono a loro, con un lavoretto fatto nelle prime settimane di scuola, e un dono al vescovo, un po’ nonno spirituale di tutti: una “Croce della diversità”, per realizzare la quale ogni bambino ha dipinto un pezzetto di legno di misure e colori differenti, segno che le diversità/unicità di ognuno, messe insieme, fanno capolavori, come il percorso di quest’anno scolastico, sui passi del Piccolo principe, aiuterà a comprendere.

 

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