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A seguito della pubblicazione del decreto che fino al 15 marzo dispone la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche, la Federazione italiana scuole materne (Fism) “chiede al Governo l’estensione di tutti gli ammortizzatori a tutto il territorio nazionale” relativamente al comparto educativo/scolastico.

 

È quanto si legge in una nota diffusa in giornata dalla Fism nazionale che fin dall’inizio dell’emergenza ha richiesto “l’estensione degli ammortizzatori sociali a tutto il personale coinvolto nella sospensione delle attività educative e didattiche”.

“La Federazione - prosegue la nota - rinnova poi la richiesta di provvidenze economiche dirette ed indirette, fiscali, lavorative e previdenziali per tutte le 500mila famiglie che sono costrette a provvedere alla cura e custodia dei propri figli in assenza del fondamentale servizio effettuato dalle scuole paritarie d’infanzia e nidi aggregati”.

“È di tutta evidenza - spiega la Fism - che le richieste di sospensione del pagamento delle rette che pervengono alle scuole aderenti alla Federazione è strettamente connessa al sostegno pubblico che verrà dato alle scuole paritarie quali parte del sistema nazionale di istruzione ed educazione stanti i costi fissi, (in particolare del personale) che esse devono comunque sostenere anche in regime di sospensione e che non possono ripartire a carico della fiscalità generale come avviene per le scuole statali o per le paritarie comunali”.

In ultimo, “la Fism nazionale attende le decisioni del Governo al fine di attivare su tutto il territorio nazionale le necessarie procedure, esattamente come sta accadendo per le Federazioni regionali di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che sono impegnate per poter beneficiare degli istituti della Cassa integrazione guadagni in deroga o del Fondo integrativo salariale a seconda delle specifiche caratteristiche delle istituzioni scolastiche richiedenti”.

 

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