Un tempo per parte fra Verona e Lecce, che alla fine ha guadagnato un punto d'oro, visto l'andamento della partita. I rimpianti salentini nascono solo dall'aver gettato al vento due vantaggi. Nella ripresa, però, il Lecce ha anche tremato e poteva più volte soccombere. A onor del vero, i salentini non avrebbero per nulla meritato il bottino pieno.
Nel calcio, poi, un eurogol fatto e un gol subito frutto di supponenza e ingenuità purtroppo hanno lo stesso valore. Così, nel primo tempo, Oudin ha fatto un gol da cineteca, ma Falcone e Dorgu devono comprendere che, soprattutto quando manca lucidità (nella parte finale dei due tempi), non c'è spazio per le belle giocate, ma i palloni vanno calciati lontano o anche in tribuna. Il Lecce ha avuto il torto di rimettere in gioco un Verona che aveva patito oltremisura il gol subito a metà del primo tempo. Nella ripresa, invece, ha giocato solo il Verona, ma il Lecce ha trovato il gol in una delle poche occasioni avute, grazie alla caparbietà di Gonzalez. Per il resto, tanto Verona che ha trovato un super Falcone a negargli il gol della vittoria, mentre il pareggio era ampiamente meritato. Questa è la sintesi della gara.
La squadra gialloblu doveva vincere per rilanciarsi e mister Baroni voleva i tre punti non solo per ribadire la bontà del suo lavoro contro il suo recente passato, ma soprattutto per salvare la sua traballante panchina. Perciò il suo Verona si presentava, almeno sulla carta, con uomini ultraoffensivi. Dalla sua parte, il team scaligero aveva anche una tradizione favorevole e non solo nel recente passato. A ciò si aggiunga che l'arbitro La Penna non è mai fortunato con il Lecce. Per altro verso, la formazione giallorossa doveva approfittare delle sconfitte di Udinese ed Empoli e rispondere alla sorprendente vittoria della rediviva Salernitana, data da molti per spacciata con troppa fretta. La classifica in basso è veramente corta e mantenere le distanze sul Verona costituiva una grossa opportunità per i salentini. Per la circostanza, D'Aversa sceglieva Dorgu in difesa, mentre a centrocampo schierava il trio Gonzalez, Blin, Oudin; in avanti, spazio a Banda, Krstovic e la sorpresa Sansone, preferito inizialmente a Strefezza.
Il Lecce è inizialmente messo alle corde: Dorgu viene ammonito dopo solo 4 minuti per essersi fatto saltare sulla sua fascia di competenza. Al 6' Ngonge calcia pericolosamente da fuori area, creando problemi a Falcone, un po' impacciato nella circostanza. Il Lecce traballa a centrocampo, completamente nuovo, ma quando vengono azionati quei tre davanti, son dolori per gli avversari. Lo dimostra la bella giocata di Sansone al 12'. È però troppo poco perché il Verona ha una nuova chance con Folorusho al 18'.
Un minuto dopo Krstovic va giù in area, ma La Penna lascia proseguire. I veneti lanciano su Djuric il quale è bravo nelle sponde e nel gioco aereo. D'Aversa sposta Banda a sinistra e Sansone a destra, con buoni risultati. Al 25' è Oudin a sfiorare il vantaggio e un minuto dopo ci prova anche Sansone da fuori area. Al 27' anche Banda fa partire un tiro insidioso dal limite, dimostrando il buon momento dei salentini. Alla mezz'ora, il lavoro dei giallorossi si concretizza: Oudin fa partire un missile che bacia il palo e si infila nel sacco, dopo aver recuperato un pallone d'oro sulla trequarti scaligera. Al 33' Banda si divora il gol del raddoppio a tu per tu con Montipò che lo ipnotizza. Il Lecce vuole il raddoppio e sa che non deve esporsi alla reazione veronese.
Gonzalez e Blin catalizzano tanti palloni, ma lì a centrocampo il faro è Oudin. Pongracic e Baschirotto impostano anche bene, ma il Lecce viene punito da un errore di Dorgu che regala il pari a Ngonge con la complicità di Falcone. Così il tramortito Verona si fa nuovamente avanti e al 45' Djuric ha sulla testa il gol del 2-1. Nella ripresa il Lecce si presenta con Gallo al posto di Dorgu. Ancora una volta parte meglio il Verona che attacca dal lato sinistro dei salentini. Così D'Aversa chiede copertura a Oudin da quel lato, mentre a destra è molto più attento Gonzalez, che fa bene le due fasi. Sansone sbaglia qualche passaggio, Krstovic non riesce a far salire la squadra e viene innervosito da marcature asfissianti e fallose. Così i salentini arretrano il baricentro. Al 56' Falcone neutralizza una punizione insidiosa.
Poi la gara ristagna, nonostante il maggior possesso palla degli uomini di casa. In questa fase si mettono in luce Gendrey e Pongracic. Gallo è imbambolato e al 61' Falcone fa gli straordinari su Duda, che voleva imitare Oudin.
Poi D'Aversa inserisce Piccoli e Strefezza al posto di Krstovic e Sansone, al 65'.
L'Hellas è più aggressivo e al 66' si accende anche una mischia per un fallo di Blin a centrocampo.
Finalmente al 68' è Gonzalez a portare avanti il Lecce. Il catalano sugella la sua stupenda partita, fatta di polmoni, grinta e precisione, con un gol voluto e trovato. Al 71' Ngonge va vicino al pari, con una bella rovesciata, ma nella circostanza Gallo lo lascia colpevolmente solo.
Il Lecce ora non deve abbassarsi. Al 73' è ancora Gonzalez ad andare al tiro, ma questa volta la parabola è alta. Piccoli inizia a staccare di testa e a mettere pressione. Gallo si sgancia con più frequenza, mentre Strefezza è troppo in ombra. Baroni getta nella mischia anche Lazovic e Bonazzoli e così crescono i centimetri. Così al 77' Djuric colpisce di testa per il pari veronese. Subito dopo i gialloblu hanno tre occasioni clamorose su cui si oppone Falcone con due prodigi su Lazovic, Ngonge e Djuric. I salentini sembrano scomparsi dal terreno di gioco e non riescono nemmeno a alleggerire. Nel finale, Piccoli trova il gol, ma in fuorigioco. Domenica prossima contro il Bologna sarà un'altra battaglia da non fallire.