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È un Lecce bello, forte, imperioso per certi tratti all'Olimpico. Mena le danze, crea tante occasioni, ma ha il torto più grande del gioco del calcio: non riesce a segnare mai, come se la porta fosse stregata eppure le occasioni si sprecano. Non si tratta però di sfortuna, bensì di imprecisione, mancanza di lucidità e cattiveria sotto porta. E non è solo questione di attaccanti. A dire il vero, Krstovic ha fatto anche una buona partita, ma gli sta mancando la stoccata e forse anche un compagno di reparto più vicino a lui. L'inserimento di Piccoli negli ultimi 5 minuti è parso persino tardivo.

 

 


Così una Lazio fragile, stanca e deludente riesce ad aver buon gioco dei salentini pur non sciorinando calcio. Infine, ci si è messo anche l'arbitro a determinare e orientare il match, con alcune decisioni per lo meno discutibili. In effetti, il Lecce era atteso da una sfida improba contro la Lazio, galvanizzata dalle ultime vittorie e, soprattutto, dal trionfo nel derby capitolino di Coppa Italia.
Per la circostanza, mister D'Aversa riproponeva la stessa formazione vista contro il Cagliari sia in difesa, sia a centrocampo, mentre in attacco faceva giocare dal primo minuto Almqvist e proponeva come altro esterno Oudin, a destra, rinunciando a Strefezza, nella formazione iniziale.
Di contro, Sarri proponeva Felipe Anderson come falso nueve, e ai suoi lati inseriva Isaksen e Zaccagni. Inizialmente rimanevano in panchina Immobile e Pedro, altre importanti frecce nell'arco del mister toscano. Per la seconda volta, l'arbitro Caputi Ferrieri arbitrava i salentini, dopo il pari di Firenze.
Il Lecce propone fin da subito la sua ragnatela a centrocampo, con Ramadani e Kaba a dare sostanza e Gonzalez a macinare kilometri. Krstovic sembra subito aggressivo e pronto a dare una mano in difesa. Proprio in fase di non possesso, i salentini potevano soffrire la mobilità di Zaccagni e la imprevedibilità di Felipe, ma in verità ben controllavano. Kaba si alza nel pressing iniziale ed è molto mobile nel recuperare molti palloni.
Al 7' Baschirotto colpisce di testa in area avversaria su cross di Oudin, ma la sua deviazione è debole. La manovra laziale stenta, ma il Lecce non è sempre preciso nelle uscite dal basso. Così al 9' la Lazio conquista una punizione insidiosa dal lato, sul cui sviluppo è bravissimo Gallo ad intervenire di testa sul secondo palo. Al 12' la prima chance è per il Lecce che, con Krstovic va al tiro dal limite. Un minuto dopo però si sveglia la Lazio che ha una grossa palla gol con Felipe Anderson. In fase di impostazione, Pongracic si lascia preferire a Baschirotto troppo impreciso, mentre Gallo e Gendrey spingono in modo alternato.
Al 23' Patric deve lasciare il campo a Romagnoli a causa di un infortunio di gioco. Al 33' stupenda azione dei giallorossi con cross di Almqvist, liscio di Krstovic e tiro di Kaba sul portiere. Un minuto dopo sul corner, altra grossa chance per i salentini, che, a questo punto della gara, meriterebbero il vantaggio, ma sciupano troppo.
La Lazio sembra non pervenuta, Zaccagni e Luis Alberto sono spenti, ma l'insidia è sempre dietro l'angolo. I giallorossi giocano ma non affondano il colpo e ciò è il solito problema palesato dal Lecce nell'interno campionato. Nella ripresa, la Lazio si presenta con Pedro al posto di Isaksen. I romani sembrano subito aggressivi. Il Lecce mantiene comunque stretti i reparti e non rinuncia a pungere. Pedro dà vivacità alla squadra e al 5' fa partire una staffilata da fuori area che termina di poco al lato. Rovella e Guendouzi sono più propositivi e il Lecce arretra. Al 9' la Lazio va vicinissima al vantaggio con la traversa di Zaccagni. Al 10' esce Gendrey ed entra Venuti, a causa di un infortunio del francese. La Lazio appare galvanizzata, anche se i salentini non mollano. La Nord incoraggia i giallorossi, ma Felipe Anderson porta avanti i laziali al 13' con un gran gol che si infila nel sette. Nella circostanza la difesa salentina è apparsa troppo ferma.
Al 15' Gonzalez è troppo lento nell'inserimento, ma un minuto dopo Kaba si inserisce in area e reclama un rigore che l'arbitro non concede mentre il Var resta silente. Ora la gara è vibrante. Sarri immette anche Vecino per Luis Alberto, e Lazzari per Luca Pellegrini al 20'. Al 22' Alqvist da un cioccolatino a Krstovic che sbaglia clamorosamente il pari. Anche al 25' Kaba partecipa alla lista dei gol mancati su bel cross di Krstovic. Al 27' entrano Strefezza e Blin, ma i ragazzi sono stanchi e sfiduciati per le occasioni sprecate. Sarri concede un quarto d'ora a Immobile, facendo uscire Zaccagni. La Nord non si stanca di tifare, credendo nel pari. Nel finale, D'Aversa mette anche Piccoli e il Lecce preme, ma non crea altri pericoli. Sono encomiabili solo gli ultras che cantano fino alla fine. La partita termina così con l'1-0 per i romani.
In casa ora i giallorossi se la dovranno vedere con la Juventus in un'altra sfida proibitiva. Oltre alle belle prestazioni occorre ora fare anche punti.

 

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