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Si conclude ad Arnesano questa sera il tempo della preparazione e si apre ufficialmente la festa di Gesù Crocifisso.

 

 

 

 

È il giorno più importante di tutto l’anno, per la piccola comunità che si raduna, in un palpito solo, ai piedi del Crocifisso, per chiederne la discesa tra la gente e tra le case, affinché doni salvezza, salute, pace ed ogni benedizione.

Si parte alle 21 (diretta sulla pagina Fb di Portalecce e sul ch 19 di Tele Dehon) con la “Preghiera delle cinque piaghe”, presieduta dal parroco don Francesco Pesimena, ai piedi dell’altare del Crocifisso. A seguire, la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Michele Seccia, arcivescovo metropolita di Lecce e concelebrata dai sacerdoti arnesanesi e non solo.

Domani 7 luglio si svolgerà la solenne processione per le vie del paese durante la quale i sacerdoti presenti porteranno a spalla il simulacro del SS. Crocifisso, rinnovando così l’atto di affidamento del 1848.

Seguirà il panegirico di Padre Salvatore Farì, missionario vincenziano, che accompagna con la sua predicazione i giorni della festa.

Non mancheranno i festeggiamenti civili, organizzati dal Comitato feste patronali in collaborazione con il comune di Arnesano. La festa si concluderà il giorno 14 luglio con la solenne celebrazione eucaristica della Risalita della Croce, presieduta dal vicario generale don Vito Caputo

 

 

 

 

 

DI COSA SI FA MEMORIA?

Verso la metà di aprile del 1848, il piccolo borgo di Arnesano, che contava 1450 abitanti, venne assalito da un morbo letale, che giornalmente mieteva vittime. In totale furono 66 morti nell’anno. Il paese venne chiuso per evitare ulteriori contagi. A nulla valse l’opera dei medici locali e dei più illustri inviati da Lecce e dai paesi limitrofi. Molte preghiere si innalzavano all’Assunta, protettrice del paese e a San Michele arcangelo.

Sorse l’8 maggio e il sole con i suoi raggi luminosi e l’aria intrisa del profumo dei fiori d’arancio, facevano contrasto col cuore affranto dei cittadini. Ognuno vedeva nella propria casa qualche caro che si dibatteva con la morte. Il parroco del tempo, don Luigi Briganti, impavido e compreso del proprio dovere, ormai girava in tutte le case per il viatico e l’Unzione degli infermi. Tornato in chiesa, scoraggiato e oppresso dal dolore, volse lo sguardo al Crocifisso e con fede esclamò: “Oh Gesù, in te solo è la salute, la vita! Oh Gesù, salva il paese!”

Senza perdere tempo, fece suonare le campane a festa, che da giorni suonavano solo a morto. I sacerdoti e il popolo, a quel suono insolito, in un’ora ancora buia, accorsero numerosi in chiesa. Il Crocifisso fu sceso e portato in spalla dai sacerdoti, come l’arca santa, per le vie del paese, seguito dal popolo in lacrime. La processione sostò presso la prima casa, la seconda, la terza, ecc…e tutti gli ammalati e moribondi si levarono sani e salvi e seguirono la processione. “Passò beneficando e sanando tutti!”. Il miracolo si era compiuto e al ritorno in chiesa, si elevò l’inno di ringraziamento.

Anche questa sera, le campane a festa e i colpi secchi annunceranno la discesa della Croce al popolo nelle case e ai paesi limitrofi e l’apertura della festa.

 

 

 

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