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La solenne celebrazione di ieri 12 giugno a Lecce presso la parrocchia Santa Maria dell’Idria per la Beata Antonia Maria Verna, fondatrice delle Suore di carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, ha inteso suggellare il 250° anniversario della nascita e battesimo di una vocazione carismatica e di grande ardore caritativo.

 

 

La celebrazione, presieduta dal parroco Padre Carmine Madalese, ha visto la presenza dell’arcivescovo Michele Seccia che ha ringraziato pubblicamente con grande affetto e riconoscenza le Suore di carità per averlo formato scolasticamente e spiritualmente nei primi anni della sua vita: “Madre Antonia Maria Verna sia sempre considerata modello ed esempio di educatrice, formatrice e fondatrice”.

Nella gratuità si può sintetizzare la spiritualità di Madre Antonia. Umiltà, umanità, semplicità sono le connotazioni di un’anima pura dedita completamente alla sua azione educativa e caritativa.

Il ministero della Beata continua a rivivere con intensità nelle Suore di carità, le Missionarie di carità e i Laici Verniani che, pur nella diversità delle vocazioni, sono gratuitamente a servizio dell’uomo nell’evangelizzazione, nell’educazione, nella cura speciale degli ammalati, degli orfani e di tutti coloro che sono soli e abbandonati, soprattutto i poveri.

Antonia Maria Verna, nata a Pasquaro il 12 giugno 1773 e morta a Rivarolo Canavese il 25 dicembre 1838, ha speso l’intera esistenza per la fondazione della Congregazione delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea. Nonostante non avesse alcuna cultura, la sua sensibilità la portò a spendersi completamente perché tutti, anche le donne, potessero crescere culturalmente.

La giovane Antonia avvertì in maniera drammatica l’ignoranza spirituale e morale in cui venne a trovarsi la sua gente; decise allora a quindici anni, prima ancora di impegnarsi in un’azione esteriore, di impegnare sé stessa nella preghiera, nella penitenza e nell’offerta a Dio di tutta la sua vita.

Nel Piemonte dell’Ottocento operò educando cristianamente molti bambini di povera gente, assistendo malati di ogni genere e spesso anche a rischio della propria vita, inventando le scuole e gli asili dove non c’erano, aiutando i poveri nel segno della cristiana carità. E tutto sempre a gratis, per usare una sua espressione tipica.

Era una donna semplice, di origini contadine, che si era fatta da sé, a volte contro tutti e contro tutto anche a causa di una residua mentalità maschilista in parte tipica del clero nel Piemonte di allora: una donna profetica in alcune sue intuizioni apostoliche, spesso non capita o addirittura osteggiata.

Oggi la Congregazione è presente non soltanto in Italia, ma anche all’estero con opere di grande respiro nel settore educativo, pastorale e assistenziale.

Già nel 1864 le suore arrivarono in Puglia. A Lecce l’istituto delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea rappresenta un modello di istruzione e formazione nel quale le suore hanno fatto della fedeltà e dedizione al carisma della fondatrice la cifra del loro impegno di evangelizzazione e formazione, con professionalità e passione educativa.

“Il nostro essere consacrate si ispira al mistero dell’Immacolata Concezione di Maria che si dona totalmente a Dio, la nostra azione apostolica trova impulso, motivi e contenuti in questa realtà di amore gratuito. Con spirito umile, semplice e povero siamo chiamate ad un ministero di carità a servizio dei giovani, dei bambini, degli ammalati, delle persone sole e abbandonate con una sola preferenza: i più poveri”.

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli

 

 

 

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