Sono giunti a Roma, nell’Aula Paolo VI, anche dalla nostra diocesi, dai due istituti di Lecce e San Pietro Vernotico, i pullman con a bordo le suore e le famiglie con i bambini che hanno partecipato al pellegrinaggio promosso dalle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, in occasione del centenario della congregazione fondata da mons. Raffaello Delle Nocche.
“Spogliarsi di se stessi, avere ‘la borsa sempre vuota’, come ripeteva spesso il vostro fondatore, per essere ‘vasi’ aperti e spaziosi, pronti ad accogliere tutti e a portare tutti nel cuore davanti a Dio, perché ciascuno possa fare a sua volta della propria vita un dono – ha detto loro Papa Francesco, ricevendo in udienza i pellegrini giunti da tutt’Italia. “Siate così, sorelle: vasa Domini, ‘calici accoglienti’, in ginocchio davanti al Tabernacolo e con le braccia sempre spalancate verso i fratelli!”, così le ha incoraggiate.
Il Pontefice ha sottolineato alle religiose tre parole: “Amore, unità e carità”. “Cosa significa questo? Adorare, servire e riparare, cioè riempire di tenerezza. Non dimentichiamo che la tenerezza è uno dei tratti di Dio: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Riempire di tenerezza le ferite e i vuoti prodotti dal peccato nell’uomo e nella società, cominciando con il mettersi in ginocchio davanti a Gesù nell’Ostia Consacrata, e restandovi a lungo”.
Ricordandone la storia, Papa Francesco ha riflettuto su come “per i criteri del mondo questa strategia d’azione appariva assurda: a fronte di bisogni immensi e con risorse quasi nulle a disposizione, che senso poteva avere dire alle suore di mettersi in ginocchio ad ‘adorare e riparare’? Eppure, come sempre, anche in questo caso la via della fede e dell’offerta di sé ha funzionato!”.
“La preghiera di quelle donne coraggiose ha infatti generato una forza contagiosa, che presto le ha portate a intraprendere e promuovere opere di riscatto materiale, culturale e spirituale ben superiori a tutte le aspettative. Hanno risvegliato la fede e l’impegno di famiglie e comunità parrocchiali, hanno fondato scuole di vario ordine e grado, hanno riacceso la devozione e il senso della propria dignità in tante persone, uomini e donne, giovani, adulti e anziani, troppo spesso e troppo a lungo oppressi da condizioni di vita disumane e dal disprezzo e dall’indifferenza del mondo circostante, che in loro non vedeva altro che scarti della società”.
Guardando all’oggi, il Papa ha aggiunto: “Quante volte ci sono persone che sono pensate come scarti della società!”. “E quindi il Signore continua a chiamarvi, ad andare lì, come le prime. Hanno scatenato una ‘guerra’ diversa: quella contro la povertà, contro l’ingiustizia; e hanno diffuso un’epidemia diversa: quella dell’amore. A fronte della Prima guerra mondiale, una guerra diversa contro la povertà e l’ingiustizia; a fronte dell’epidemia - la ‘spagnola’ - l’epidemia dell’amore. Questa è stata la vostra strada”.