Con la prima domenica di Avvento di quest’anno 2020, celebriamo il decimo anniversario di presenza clariana in terra leccese: in un momento storico in cui tutti abbiamo tanto bisogno di speranza, sentiamo provvidenziale festeggiare proprio all’inizio dell’attesa liturgica del Dio che viene.
Abbiamo nel cuore tanto stupore, tanta gioia e tanta gratitudine al Signore, per un cammino che è iniziato con mons. D’Ambrosio, il quale prontamente accolse la richiesta di fondazione dalla comunità di Otranto, e che oggi prosegue con mons. Seccia, pastore che segue i nostri passi con attenta e paterna cura.
Molte vicende hanno accompagnato questo decennio. I primi sei anni nel palazzo del centro storico, crocevia di numerosi incontri, soprattutto con i più bisognosi, sono stati anni di grazia, dove il Signore ci ha fatte crescere nella fraternità, dove abbiamo sperimentato la precarietà dell’essere, dove abbiamo pianto e gioito insieme, dove siamo andate sempre più all’essenziale, a quella semplicità tanto cara a Chiara e Francesco.
E da quelle esperienze forti è germogliata la sorprendente visita della Provvidenza, con il contributo delle signorine Magliola di Lecce e la successiva realizzazione del nuovo monastero di via Adriatica, interamente realizzato in legno, bello come un grande albero e ispirato ai principi della “Laudato si’” di Papa Francesco.
Qui cerchiamo di vivere in armonia fra di noi e con tutto ciò che ci circonda, mettendoci a disposizione di quanti hanno sete di senso e nostalgia di Dio, nella preghiera, nel lavoro e nella cura delle relazioni tra noi, quattro Sorelle Povere, piccolo gregge che il Signore protegge e conduce nella crescita. Affidiamo al Padre la nostra fraternità e tutta la Chiesa di Lecce, con le parole del profeta Isaia: “Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani” (prima domenica di Avvento).
Un debito di riconoscenza infinita va a chi ci guarda e custodisce dall’alto, a tutte le persone che ci hanno affiancate nei momenti di fatica come in quelli di gioia, a chi continua a volerci bene, a sostenerci, ad accompagnarci. Un grazie ai sacerdoti, ai consacrati e alle consacrate della diocesi, un grazie speciale all’intera Famiglia francescana.