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Erano da poco passate le 17.30 ieri pomeriggio quando ecco arrivare il pullman (GUARDA) con il primo nucleo di profughi ucraini che la comunità di Merine accoglierà nella Casa di Spiritualità “Cuore Immacolato di Maria”.

 

 

Si tratta di sette persone, le prime delle venticinque che in totale saranno ospitate a Merine dove, su spinta del parroco don Luca Nestola e grazie all’aiuto di volontari del paese è stato allestito con tutti i comfort possibili questo piccolo centro di accoglienza.

I due nuclei famigliari, appartenenti alla stessa città, hanno affrontato 22 ore di viaggio - con il pullman partito da Surbo con un carico di aiuti e organizzato da don Mattia Murra - le ultime, quelle che dai confini tra Polonia e Ucraina li hanno visti arrivare in tardo pomeriggio di ieri qui in Salento.

Ad accoglierli un gruppo numero di cittadini, il parroco don Luca appunto è il sindaco, Costantino Giovannico, accompagnato da un buon numero di amministratori.

Le due famiglie, che hanno lasciato gli uomini in patria dove lottano in gruppi organizzati nella resistenza, sono composte la prima da madre e figlia (rispettivamente di 35 e 8 anni) che rimarranno ospiti a Merine per poco tempo poiché alcuni parenti che vivono in Puglia verranno presto a prenderle e portarle con loro. Il secondo nucleo, il più numeroso, oltre alla madre anche lei di circa 35 anni con due figli di 16 e 14 anni e una bambina di 8, hanno con sé anche la nonna 52enne che si dice ancora in stato di shock a seguito dei bombardamenti che le hanno causato anche una parziale perdita dell’udito.

Frastornati dal viaggio e spaesati, subito si sono sottoposti ai tamponi eseguiti dall’ infermiere volontario Carmelino Longo. Tutti negativi. Qualche regalo alle bambine e poi subito accompagnati nelle stanze. La prima richiesta: una doccia calda. Poi un the condiviso mentre Oleksiy, dopo essersi assicurato che in casa vi fosse il wi-fi, si è cimentato al pianoforte (nella foto). I volontari hanno poi offerto loro del the, dei biscotti e una torta che gli ospiti hanno voluto consumare con i presenti: così le difficoltà della lingua sono state superate grazie alla condivisione.

Alle 20.30 poi gli ospiti hanno cenato con del brodo e del pollo con le patate, piatti che gli ospiti gradivano particolarmente. Nei prossimi giorni saranno sempre i volontari a farsi carico delle necessità delle due famiglie, cercando di permettere loro anche qualche ora di svago dopo aver vissuto queste ultime settimane in balia degli orrori della guerra.

“Tutti stanchi - ha commentato don Luca - ma con il cuore grato e il pensiero all’Ucraina, alla guerra, al desiderio più grande: la pace”.

 

 

 

 

Forum Famiglie Puglia