Anche il nostro territorio sta pagando il suo “dazio” quasi crudele alla forza subdola del virus. Monteroni di Lecce, attualmente sta saldando questo maledetto “conto”, in termini di vite umane, a questa “strage”: 5 morti, tre donne e due uomini, strappati agli affetti più cari.
Diventa difficile, quasi impossibile, cercare un perché a tutto questo, a questo stillicidio umano.
“È una strana sensazione - confida l'arciprete don Giuseppe Spedicato - quello che stiamo vivendo e provando in questi giorni: paura, incertezza, frustrazione, tensione, dubbi. Anche come sacerdote vi assicuro non è facile per me vivere questa situazione, celebrare la santa messa sine populo, dare il segno della pace e vedere una fila di banchi vuoti, stare in chiesa senza incontrare nessuno. Il momento più difficile diventa certamente quello di celebrare i funerali. È straziante vedere salme in cimitero senza il conforto dei parenti e dei familiari, benedire con l’acqua santa e dare un messaggio di speranza a quelle pochissime persone chi ti stanno attorno”.
“È allora - conclude don Giuseppe - che la speranza non può venire meno, la fiducia in Dio. Credo che in questi momenti, come non mai, è necessario rivolgere fisso lo sguardo in Gesù. In questi attimi, quando sembra che tutto il mondo ci crolli addosso, e che nulla vada per il verso giusto, Signore sia benedetto il tuo Nome. Aiutaci a compiere la tua volontà, anche quando le cose vanno come non vorremmo”.
È questa la preghiera, quasi una sorta di riflessione, che don Giuseppe Spedicato ha rivolto, lo scorso 18 marzo, al Crocifisso miracoloso della cittadina salentina. Una semplice e genuina meditazione fatta dal pastore delle anime di Monteroni, centro martoriato dal virus, che vuole rappresentare una parola di conforto, un messaggio di aiuto, un segnale di speranza:
“Guarda Signore Crocifisso benigno la terra di Monteroni
tu conosci le vicende tristi e liete del nostro passato,
le gioie e le angosce del momento presente,
i progetti e le speranze per l'avvenire.
Non ci venga mai a mancare il tuo aiuto, o Padre:
proteggi le case, le famiglie,
le scuole, le officine,
i luoghi di ospitalità e di assistenza
e ogni ambiente di vita e di lavoro.
Circonda del tuo amore i cittadini
qui residenti o emigrati in altre regioni;
fa' che non si estingua nelle nuove generazioni
la fede trasmessa dai padri;
resti vivo e coerente
il senso dell'onestà e della generosità,
la concordia operosa,
l'attenzione ai piccoli, agli anziani e ai sofferenti,
l'apertura verso l'umanità
che in ogni parte del mondo soffre, lotta e spera
per un avvenire di giustizia e di pace.
Intercedano per noi la Vergine Maria
San Antonio di Padova, nostro Patrono,
e tutti i testimoni del Vangelo
i cui nomi sono nel libro della vita.
Risplenda il tuo volto, o Padre,
sulla comunità di fede e sulla società civile,
e la tua benedizione ci accompagni nel cammino del tempo
Verso la patria futura”.