L’ultimo atto della vicenda terrena di Giovanni Caramuscio, il 69enne brutalmente assassinato con due colpi di pistola mentre prelevava denaro dallo sportello bancomat del Banco di Napoli venerdì scorso a Lequile, si è compiuto stamattina a Monteroni con il rito delle esequie.
Ieri l’autopsia che ha accertato la causa della morte: un colpo che ha perforato cuore e polmoni e oggi, dunque, i funerali nella chiesa parrocchiale dell’Ausiliatrice presieduti dal parroco don Giorgio Pastore, hanno concelebrato con lui il parroco dello Spirito Santo in Lequile don Andrea Zonno e il parroco di Giorgilorio, don Luca Bisconti.
Accanto alla moglie e ai figli, ancora increduli per quanto accaduto e ovviamente straziati dal dolore, anche le istituzioni con il sindaco di Monteroni, Mariolina Pezzuto, che per la giornata di oggi ha proclamato il lutto cittadino e che all’indomani dell’orribile delitto aveva annunciato che il comune di Monteroni è pronto a costituirsi insieme con la famiglia (difesa dall’avv. Stefano Pati) parte civile. In chiesa anche il sindaco di Lequile, Vincenzo Carlà.
Troppo piccola la chiesa per accogliere le centinaia di persone giunte per rendere l’ultimo omaggio a Giovanni. In tanti hanno atteso in Piazza Candido l’uscita della salma al termine del rito funebre.
“Oggi - ha rilevato il parroco dell’Ausiliatrice durante l’omelia rivolgendosi ai familiari e ai presenti - siamo nel dolore per la perdita di una persona cara, la giustizia farà il suo corso ma come cristiani siamo chiamati a fare il salto della fede. Il Signore nel vangelo di oggi (la resurrezione di Lazzaro ndr) ci chiede di credere nella vita eterna. Ci chiede di andare oltre l’umano, di credere che non finisce tutto qui e di credere in una risurrezione certa. Così sarà per Giovanni”.
Al termine del rito, il messaggio della famiglia affidato alla voce di Daniela, una delle nipoti di Giovanni, che ha letto una lettera della moglie: “Mi rivolgo a te con la consapevolezza che tu sia ancora qui tra noi. Tu sei sempre stato la mia roccia, la mia certezza. Per questo so che non mi abbandonerai nemmeno ora, nonostante ci abbiano separati. Giovanni, ti ho sempre tanto amato. Ora tutti noi dobbiamo fare i conti con questa tragedia e con la tua assenza. Ci confortavi sempre - ha detto la nipote leggendo dall’altare il messaggio di moglie e figli - e con il tuo innato ottimismo riuscivi ad infonderci la fiducia necessaria per affrontare tutte le difficoltà del mondo. Ora ce la dobbiamo fare da soli e ci dobbiamo riuscire soprattutto per te affinché non siano vani tutti gli insegnamenti e i consigli che ci hai sempre dato e che ci hanno aiutato e ci aiuteranno ad andare avanti sempre e nonostante tutto”. Infine, la citazione di Sant’Agostino ha sublimato il messaggio nella preghiera di suffragio: “Signore non ti chiediamo perché ce lo hai tolto, ma ti ringraziamo per avercelo dato. I nostri occhi pieni di lacrime sono fissi nei tuoi pieni di luce”.