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La festa di Sant’Antonio Abate è motivo di riflessione e preghiera anche per i giovani di Novoli, che forte sentono il legame con il loro santo protettore.

 

 

 

Anche quest’anno, nel pieno della celebrazione del novenario, si è svolta la veglia di preghiera per i giovani e giovanissimi del paese. Evento organizzato dall’Azione cattolica delle parrocchie di Sant’Antonio Abate e Maria SS. del pane, in collaborazione con la comunità di Sant’Andrea apostolo. Gli educatori hanno scelto come tema dell’incontro il titolo di una nota canzone italiana scritta e cantata da Luciano Ligabue, “Hai un momento Dio?”. Domanda dal carattere provocatorio, ma utile ad aprire una profonda riflessione: quanto e come i giovani oggi cercano Dio? Nella loro vita che posto viene riservato alla fede?

A guidare la veglia Padre Antonio D’Amore, predicatore del novenario, che ha interagito con i ragazzi aiutandoli ad interrogarsi in modo autentico e profondo sulla loro fede. I giovani hanno avuto l’occasione di poter scrivere e lasciare ai piedi del simulacro di Sant’Antonio, un pensiero, una frase, una preghiera rivolta a Dio. In questo periodo tanti dei loro coetanei sono in isolamento a causa del Covid-19 e negli occhi dei ragazzi presenti, si percepiva tutta la paura e lo smarrimento che stanno vivendo in questo tempo di pandemia. In quei post-it c’era tutto il loro grido a Dio, la loro rabbia, i loro timori.

Le parole di Padre Antonio, come quelle di don Luigi Lezzi, parroco della comunità di Sant’Antonio abate, hanno aperto un varco alla speranza. Padre Antonio ha presentato ai giovani, attraverso l’immagine del padre misericordioso, un Dio che ci attende sull’uscio di casa anche quando siamo lontani da Lui. Un Dio che Sant’Antonio abate ha amato pienamente sino a scegliere una vita eremitica: è nel deserto esteriore e nel deserto del cuore che il santo patrono di Novoli, ha incontrato Dio ed oggi, come ha detto Padre Antonio, “invita i giovani a cercarlo nel modo giusto e nel posto giusto per trovare il suo abbraccio di Padre che ci attende sull’uscio della nostra esistenza”. 

 

 

 

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