Si alza il sipario su un’esilarante opera teatrale di metà Novecento, con al centro l’eterno tema (o problema?) dell’umanità alla continua ricerca della «fortuna», tra intrighi, imprevisti e colpi di scena.
Sarà rappresentata - oggi, domani e domenica 22 maggio, nel Teatro comunale a Novoli (in piazza Regina Margherita) - dalla locale Compagnia teatrale «La Ribalta», la commedia brillante in tre atti «La Binifizziata» di Piergiuseppe De Matteis, liberamente riadattata in dialetto novolese da «Non ti pago», scritta da Edoardo De Filippo nel 1940.
Con la regia di Raffaele Ventilato, la recita vedrà impegnati sul palco gli attori: Tonio Brescia (Mesciu Titu), Anna Rita Mangeli (Mmaculata), Fernanda Ricciato (‘Zza Camilla), Ilaria Ingrosso (Tunatuccia), Paolo Leaci (Ntoni Santu), Stefano Bonacchi (Piciettu), Giovanni Mazzotta (Procuratore), Dalila Ruggio (Dottoressa), Simona Cosma (Rusina) e Fausto Ruggio (Sacerdote); gli scenografi: Alessandro Calabrese, Massimo Rucco e Fernando Elia; le suggeritrici: Luigina Bisconti e Ilaria Spada); i collaboratori: Piercosimo Calabrese e Maria Concetta Chirienti.
Questa in sintesi la trama. Mesciu Titu è un accanito giocatore, in cerca di numeri vincenti, a dispetto della sua eccezionale sfortuna. Un suo ex apprendista, Ntoni Santu, al contrario inanella vincite su vincite, suscitando una feroce invidia nel suo ex datore di lavoro.
Ntoni Santu fa la corte a sua figlia Tunatuccia, quasi a sua insaputa, con la complicità della madre Mmaculata e della cognata ‘Zza Camilla. Un giorno Ntoni Santu annuncia la clamorosa vincita di una quaterna del valore di 40milioni di lire. Per l’occasione rivela che i numeri li aveva ricevuti in sogno proprio dal defunto padre di Mesciu Titu, il quale va su tutte le furie: si impossessa del biglietto fortunato, rifiutando di corrispondergli la vincita, e rivendica il diritto alla somma. La motivazione risiede nel fatto che Ntoni Santu era andato a vivere nell’appartamento di fronte a Mesciu Titu, quindi lo spirito di suo padre si sarebbe rivolto a Ntoni Santu per sbaglio, evidentemente confondendosi e volendo destinare la vincita a suo figlio.
Accecato dall’invidia, ma fermamente convinto delle sue idee, Mesciu Titu cerca invano alleati. Mentre arriva una vicina di casa che conferma l’errore commesso dal padre di Mesciu Titu, questi tenta di estorcere una dichiarazione con la quale Ntoni Santu rinuncia a ogni diritto sulla vincita, avallando al tempo stesso la propria tesi dell’errore nel sogno.
Mesciu Titu dunque rivolge una maledizione a Ntoni Santu davanti al ritratto di suo padre, invocando ogni tipo d’incidente e disgrazia.
I cattivi auspici accadono puntualmente e impediscono materialmente a Ntoni Santu di ritirare la vincita ogni qualvolta egli tenti. Ntoni Santu è ormai malconcio nel fisico e nello spirito pertanto si arrende a lui dandogli ragione a pieno titolo. Per Mesciu Titu è il suo personale trionfo, e adesso può anche concedere a Ntoni Santu la mano di sua figlia, che porta in dote i 40milioni di lire della quaterna. Inoltre rivela che questa diffidenza nei suoi confronti, per non essere stato informato apertamente dell’interesse di Ntoni Santu verso sua figlia Tunatuccia, potrebbe essere stata la vera origine della sua ostinazione. Quando su tutto trionfa l’amore, cala il sipario.
Gli incassi, coperte le spese, saranno devoluti in beneficienza. Apertura teatro alle 20.30; sipario alle 21; infotel: 3391150174; 3286972615.