Quasi due ore di sane risate, aiutando chi soffre. Sarà devoluto all’associazione «Cuore e mani aperte», di don Gianni Mattia, cappellano dell’ospedale «Vito Fazzi» di Lecce, il ricavato della commedia «Ma ci sinti?».
La compagnia «La ribalta» porterà in scena per tre sera: domani (venerdì 20), sabato 21 e domenica 22 dicembre nel Teatro Comunale a Novoli.
I due tempi brillanti di William Fiorentino, il più longevo e produttivo autore di vernacolo salentino, vedranno impegnati sul palco gli attori: Tonio Brescia (Paolo La Piaga, medico di famiglia); Paolo Leaci (Carlo Paglietti, avvocato); Anna Rita Mangeli (Luisa, sua moglie); Simona Cosma (Filomena Spingietrasi, zia di Luisa); Marta Greco (Agatina, figlia di zia Luisa); Fernanda Ricciato (Nnetta, moglie di Nninu); Albino Brescia (Nninu, tuttofare con la moglie Nnetta in casa di Carlo); Ilaria Spada (Deborah Teledò, segretaria); gli scenografi: Alessandro Calabrese, Fernando Elia, Massimo Rucco; le suggeritrici: Luigina Bisconti, M. Concetta Chirienti; i collaboratori: Stefano La Torre, Stefano Bonacchi, Gianni Parlangeli. La regia è di Raffaele Ventilato.
L’opera esilarante narra dell’improvvisa amnesia (parziale) che costringe Luisa a non riconoscere più Carlo come suo marito mentre le permette di avere normali rapporti con tutte le altre persone che la circondano. Oltretutto, questo strano malessere in seguito a uno shock, la spinge a scambiare come proprio marito un amico di Carlo, Paolo, medico di famiglia. Questa scabrosa situazione mette Paolo in un contesto paradossale che però, a un certo momento, cerca di sfruttare a suo «beneficio» ma qualcosa rovina i suoi piani...
Molto ben impostata, con un finale a sorpresa che non lascia l’amaro in bocca e curata nei minimi particolari, come del resto tutti i lavori del bravo Fiorentino, «Ma ci sinti?» è una commedia e non il solito polpettone condito con parolacce e dialoghi scurrili per far ridere a ogni costo (come purtroppo usa una nuova leva di autori nostrani che non considerano il danno che ciò comporta su quella parte di pubblico che si avventura per la prima volta ad assistere a una manifestazione di teatro filodrammatico). «Oggi – ha affermato l’autore – quando si parla di teatro popolare se ne parla con la “puzza sotto il naso” a causa degli autori di cui sopra per cui si rende doveroso un riesame del problema in quanto questo tipo di teatro è stato, ed è bene ricordarlo, il fenomeno storico alla base di qualsiasi altra forma di teatro con la “T” maiuscola».
(Apertura teatro alle 20; apertura sipario alle 20.30; infotel: 3391150174).