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Casalabate, o Casa dell’Abate come si diceva un tempo, è deserta, quella dell’autunno; tutti sono andati via e celofanato tende e lampade esterne. Le case mangiate dalla salsedine, etichettate dal “Si vende”, sbarrate come celle di un carcere a doppia mandata.

Pochi passanti; tanti mobili squassati parcheggiati sui marciapiedi in attesa che qualcuno li abbracci per il loro ultimo viaggio. Casalabate con le strade che non portano a niente. Un paese che in autunno come tutti i paesi di villeggiatura che spariscono fino a Pasqua, quando vanno rimessi in bella mostra per turisti e villeggianti, come si chiamavano una volta.

Ma d’autunno è più facile ammirare i colori che lo hanno marchiato i suoi muri trasformandoli in museo a cielo aperto, assicurando musica agli occhi, pensieri alla coscienza, visibilità ad un luogo anonimo.

Gli artisti dei colori hanno dato colore agli artisti delle note, italiani e stranieri. Stelle della canzone del Salento, grandi per sempre o meteore per qualche estate; ci sono anche i grandi del blues e del jazz. Sono disseminati per la marina, un po’ ovunque. Opere che vanno viste con attenzione perchè delle volte nascondono facce diverse, prendono quasi in giro le case, le piccole costruzioni. Ci sono Tito Schipa, Uccio Aloisi e Matteo Salvatore, ci sono Miles Davis e James Brown, Nicola Arigliano e Renzo Arbore, Domenico Modugno e il duo Albano e Romina Power, Lucio Battisti e Adriano Pappalardo.

Qui, a Casalabate oggi c’è Musica comu Mare! (Qui la mappa delle opere).

 

 

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