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Da Piazza San Nicola a Piazza Plebiscito la via del Natale squinzanese. Così dopo aver costruito insieme il presepe di comunità, Squinzano si ritrovata per celebrare la nascita di comunità.

Per unire la gioia dei bambini sorpresi dinanzi a tanta magia e la memoria della tradizione cristiana che nel presepe ritrova la sua identità più vera. Sotto la sapiente e generosa regia di Erica Fiore, incaricata dall'amministrazione a dirigere le operazioni sin dalla prima pietra del presepe di comunità.

Prima esperienza in Italia nel quale un nutrito gruppo di volontari ha volentieri regalato un poo' del proprio tempo per realizzare un segno concreto sulla via dell'unità cittadina.

Un piccolo corteo la sera della vigilia di Natale con alla testa tre figuranti, Maria e Giuseppe con l'asinello in carne ed ossa e il piccolo Gesù tra le braccia della mamma, è partito da Piazza San Nicola, con una schiera di angeli, cantando (con il coro della parrocchia Santa Maria delle Grazie e dei Menestrelli di Francesco) e pregando sotto la guida dell'arciprete don Carlo Santoro.

Giunti in piazza la riflessione di don Carlo si è soffermata sulla memoria del primo presepe vivente, quello voluto da San Francesco a Greccio nel 1223. Tornato dalla Terra Santa, il poverello d'Assisi volle provare a ri-vedere la povertà in cui era nato Gesù e in una grotta improvvisò il presepe con personaggi vivi e veri per far rivivere ai suoi frati i fatti di Betlemme. Apparve Gesù Bambino, secondo le tradizione, ed egli lo prese tra le braccia e lo adorò.

“Avremo il presepe vivente al centro della nostra città quest'anno - ha aggiunto l'arciprete - e vedremo quello che videro i pastori quella notte. I pastori arrivarono in quella grotta forti dell'incontro con l'angelo che li aveva svegliati all'improvviso, noi, invece, arriviamo qui forti dell'esperienza della nostra fede. Noi possiamo con gli occhi della nostra carne vedere Dio che si fa uomo; perché da quando Dio si è fatto uomo, non c'è uomo che non richiami Dio”.

Poi alla lettura del vangelo della natività i personaggi hanno preso posto nella grotta compreso il piccolo nella mangiatoia. Momenti di commozione con il richiamo al significato della parola Betlemme - casa del pane - e della mangiatoia, anticipazione della mensa eucaristica cui i cristiani si cibano ogni domenica.

Gli auguri del sindaco Gianni Marra, del presidente del consiglio comunale dei ragazzi e dall'assessore Eleanna Bello, anima dell'iniziativa che ha risvegliato il senso di appartenenza di tanti volontari che con il lavoro e la buona volontà hanno rimediato alla penuria delle casse comunali. Il presepe di comunità (che verrà rappresentato ancora nel pomeriggio di oggi con 70 figuranti tutti squinzanesi e poi domenica 29 dicembre e il 6 gennaio con l'arrivo dei magi) rappresenta la risposta della città alle difficolta proprie del tempo che caratterizzano gli enti locali.

 

 

 

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