Una serata storica per la città di Surbo quella del 20 ottobre scorso, un evento fortemente voluto e organizzato dall'avv. Elio Perrone.
Il consiglio comunale, presieduto dal sindaco, Oronzo Trio, ha conferito la cittadinanza benemerita all'arciprete don Francesco Cosma che ha servito santamente la comunità surbina dal 1930 al 1955, per ben 25 anni.
Papa Cicciu, così lo chiamavano affettuosamente i surbini, è stato un prete santo e santificatore, amico dei bambini e servo della gente.
“Sono onorato di essere il successore di un prete santo - ha detto il parroco della matrice, don Mattia Murra all'inizio della celebrazione - che per ben 25 anni ha rinnovato il sacrificio redentore su quest'altare. Papa Cicciu è nella memoria cordis del popolo surbino e questo è un richiamo alla santità di tutti noi. La celsitudo vocationis, così auspicata dal Concilio Vaticano II trova profezia in don Cosma che si è fatto tutto a tutti”.
Don Francesco, scrive don Luciano Forcignano nel volume sui sacerdoti leccesi del ‘900, “Nacque a Trepuzzi (LE) il 26 agosto 1893 da Salvatore e Assunta Perrone. Nipote di don Annunziato Cosma.
Alunno del Collegio “Calasanzio” dei Padri Scolopi di Campi Salentina, poi del Collegio dei Padri Barnabiti di Napoli, infine del seminario vescovile di Lecce, sotto il rettorato di mons. Giuseppe Signore, e del Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. Fu chiamato alle armi nella Prima guerra mondiale.
Ammesso alla tonsura e agli ordini minori il 21 novembre 1915; fu ordinato suddiacono l’11 agosto 1918 da mons. Eugenio Tosi vescovo di Andria, diacono il 31 dicembre seguente e sacerdote il 10 agosto 1919 a Molfetta da mons. Giovanni Jacono.
Viceparroco della matrice di Trepuzzi dove si dedicò all’apostolato della gioventù istituendo la sezione dei giovani esploratori; arciprete della matrice Santa Maria del Popolo a Surbo per concorso del 1929 e immesso nel possesso canonico da mons. Alberto Costa il 16 febbraio 1930.
Sacerdote di vita santa, penitente e caritatevole, aveva celebrato da pochi mesi il suo XXV di parrocato, quando morì a Surbo il 20 ottobre 1955. Sepolto nel cimitero comunale di Surbo nella cappella edificata dal popolo surbino in suo onore”.
Alla concelebrazione, presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia e alla quale hanno preso parte anche l’altro parroco di Surbo, don Antonio Sozzo e il parroco di Giorgilorio, don Gianni Ratta, hanno presenziato gli eredi di don Francesco che hanno regalato alla comunità parrocchiale il tricorno e la carta d'identità dell'amato arciprete.
Al termine la comunità si è trasferita in oratorio per una bellissima commedia sulla vita di don Francesco.