È nata durante una chiacchierata in spiaggia l’idea di pulire l’arenile nella zona ex-Bar del Sole di Casalabate - dove comincia la passerella in legno che porta fino alla cosiddetta zona “Li Ronzi” - solitamente molto affollata, soprattutto ad agosto.
Si sa infatti che dove c’è affollamento non manca la sporcizia lasciata dagli spiaggianti (vecchi e nuovi), ma anche dai pescatori e dal vento. Nella zona però oltre ai rifiuti non mancano anche numerose pietre seminascoste che rappresentano un potenziale pericolo soprattutto per i tanti giovani e giovanissimi che giocano nella porzione di spiaggia in capo al comune di Trepuzzi, non senza qualche malumore tra gli abitanti del quartiere.
Una situazione non nuova per chi frequenta la zona ma che probabilmente richiede una capacità di vedere le cose in modo nuovo. Troppo facile, infatti, puntare il dito contro le amministrazioni locali e contro le società di smaltimento dei rifiuti (che pure ci sta), più difficile invece avere una visione più ampia: la volontà di organizzarsi e di fare, in piccolo, la propria parte. Questo è quanto hanno pensato gli improvvisati volontari di Squinzano, Trepuzzi e Campi che, trovandosi a parlare per caso di emergenze ambientali, educative e sociali in un pomeriggio di fine agosto, hanno maturato la volontà di fare qualcosa per la “propria” spiaggia senza necessariamente rimandare a responsabilità altrui (amministrative e organizzative del comune).
L’idea si è diffusa nei giorni a seguire e ha contagiato altri volontari. Così sabato scorso 28 agosto tra le 7 e le 9 del mattino, armati di sacchi, guanti e buona volontà il piccolo gruppo ha compiuto il proprio lavoro destando la curiosità dei primi spiaggianti del giorno, qualcuno a dire il vero un po’ polemico sull’efficacia del buon gesto.
Ma è senza dubbio questa la frontiera per un’ecologia che si prende cura dell’uomo e dell’ambiente, senza deleghe e senza accuse: lavorare insieme alle amministrazioni e alla società deputate alla pulizia dei luoghi pubblici dove questi non arrivano o non arrivano più come un tempo (per motivi che meritano approfondimenti). C’è bisogno, infatti, di “corpi intermedi” (comitati, gruppi, associazioni di cittadini…) che facciano la loro parte assieme a (non “al posto di”) quanti sono responsabili del bene comune a livelli certamente più alti e più complessi, nella speranza che tale gesto - anche simbolico - rappresenti la non simbolica volontà ad un impegno civico più ampio e costante da parte di cittadini e villeggianti di ogni provenienza.
Alla vigilia della Giornata mondiale del Creato (domani 1° settembre) questo appuntamento è utile a riflettere su come la salvaguardia ambientale e il decoro urbano (e marino), nonché l’educazione dei giovani e la cittadinanza attiva, siano aspetti che non solo stanno a cuore a tutti cittadini ma che sono anche aspetti imprescindibili del vivere civile e di una società che si prende cura dei luoghi che abita, insieme.
Come dice il Papa nell’enciclica Laudato Si’: «ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie».