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Da secoli i Santi Medici, i cui simulacri a Trepuzzi sono custoditi nella cappella rettoriale di San Giuseppe, sono amati e venerati dai numerosi devoti.

 

 

 

Cosma e Damiano, fratelli gemelli, nacquero nella seconda metà del III secolo e furono martirizzati all’inizio del IV secolo durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Il loro culto si diffuse ben presto dall’oriente in tutto il mondo cattolico, tanto che già nei primi decenni del VI secolo, sotto il pontificato di Papa Felice IV (525 – 530), a Roma fu eretta una importantissima basilica in loro nome, dedicata probabilmente proprio il giorno 27 settembre, che rimase per la Chiesa latina data di riferimento per la loro memoria liturgica, anticipata recentemente al 26 durante la riforma del calendario liturgico.

Da sempre per il loro “mestiere” di medici e chirurghi, in questo periodo pandemico, grande è stata la richiesta del loro patrocinio, anche nelle terre pugliesi, dove diversi sono i santuari eretti in loro onore, come quello di Oria, punto di riferimento per i fedeli e devoti del nord Salento.

A Trepuzzi centro del loro culto è la chiesa di San Giuseppe, nella quale dal periodo a cavallo tra il XIX e XX secolo sono custoditi i simulacri dei Santi, che qui nella giornata del 26 settembre accorrono per invocare il loro patrocinio. Essi godono di una particolare venerazione nella città, tanto che nel censimento dei monumenti sacri eretti per le strade trepuzzine nelle facciate delle abitazioni domestiche risultano tra i santi a cui sono dedicate il maggior numero di edicole votive. (cfr. Nicchiette devozionali dell’abitato di Trepuzzi descritte dagli alunni; a cura di Giuseppe Elia; Edizioni del Grifo, Lecce, 1992).

Anche quest’anno, per la seconda edizione consecutiva, i festeggiamenti sono stati limitati alle sole celebrazioni liturgiche del giorno di festa a causa della pandemia. Alle 19 sul sagrato della cappella di San Giuseppe, la solenne celebrazione eucaristica in onore dei Santi Medici.

Possano i Santi anargiri Cosimo e Damiano sostenere il lavoro e gli sforzi dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario che in questi 18 mesi hanno donato sé stessi in uno dei momenti più bui e oscuri dell’epoca contemporanea.

 

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