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Dopo alcuni mesi di paziente e accurato lavoro, i restauratori Tina Cosi e Marco Fiorillo hanno consegnato alla comunità di Vernole l’antico fonte battesimale della chiesa parrocchiale (sec. XVIII).

 

 

 

L’opera è stata realizzata grazie alla generosa offerta di una devota che ha consentito di realizzare un progetto che qualche anno fa era stato accolto ma non finanziato dal Fondo ambente italiano (Fai).

Col passare degli anni, il fonte aveva perso il suo aspetto originario, a fronte di impropri interventi di verniciatura e smaltatura, volti a coprire l’usura del tempo.

Dopo il restauro, il fonte ritrova in parte il suo primitivo splendore, apprezzabile soprattutto nella parte superiore, meno esposta di altre all’umidità di risalita, ad altri fattori ambientali e all’usura del tempo”, ha commentato il parroco di Vernole don Leonardo Giannone-

Così la comunità di Vernole - ha concluso don Leonardo - ritrova il grembo da cui sono stati generati tutti suoi figli, a partire dal giorno della Dedicazione della bellissima chiesa parrocchiale. Per la verità, negli ultimi cinquant’anni, dopo una pesante revisione degli spazi dell’edifico sacro, il fonte era stato relegato al più modesto ruolo di acquasantiera, a favore di un fonte mobile collocato sul presbiterio. Ora, anche grazie all’opportuna collocazione di una pedana, può tornare al suo ruolo primigenio, in linea con le nuove norme liturgiche, che prevedono uno spazio battesimale sull’itinerario ideale che conduce verso l’altare

L’inaugurazione e la benedizione del fonte avverranno domani, lunedì 2 gennaio, durante la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia. In programma anche la relazione tecnica dei restauratori e una contemplazione musicale del mistero del Natale, guidata dal maestro Maurizio Mancino.

L’inaugurazione del fonte battesimale ha un altro valore simbolico per la comunità cristiana, perché evoca l’urgenza di rifare il grembo generativo della stessa comunità e precisamente: di assumere atteggiamenti di comunione e condivisione e di avviare percorsi semplici ed efficaci di fraternità, in cui il protagonismo e l’individualismo cedano il passo alla dimensione del noi.

 

 

 

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