Ieri sera con la Messa nella Cena del Signore è iniziato il Triduo pasquale. Oggi e il Venerdì Santo. È la giornata in cui si fa memoria via della passione e della morte del Signore e per la quale la Chiesa suggerisce di praticare il digiuno e l’astinenza.
L’arcivescovo Michele Seccia, dopo aver celebrato in mattinata l’Ufficio delle Letture e le Lodi con i canonici del Capitolo cattedrale, nel pomeriggio alle 18 presiederà in duomo l’Azione liturgica nella Passione del Signore che prevede la liturgia della Parola con la lettura della Passione secondo Giovanni, l’adorazione della Croce e la comunione eucaristica.
Dopo la celebrazione, alle 19,30, dalla chiesa di Santa Teresa si snoderà per le vie del centro storico la processione penitenziale del Cristo Morto e della Desolata cui parteciperà anche l’arcivescovo.
La processione è antichissima come pure lo struggente “Inno del Venerdì Santo” accompagnato quest’anno dalla banda “Città di Surbo” diretta dal maestro Vincenzo Stella e cantato dallo storico “Coro delle Pie donne” diretto dal maestro Salvatore Pandarese.
Anticamente, racconta un membro del coro, Gino Genovasi (classe 1946), la processione usciva, secondo i racconti di sua madre, dalla chiesetta ormai sconsacrata di San Francesco della Scarpa che si trova all’interno del complesso denominato “Convitto Palmieri”, successivamente i simulacri furono spostati presso la chiesa di San Matteo ove rimasero fino al 1975 per poi essere trasferiti alla chiesa di Santa Teresa. La durata della processione, a quei tempi, era di circa tre ore e percorreva tutte le vie del centro storico passando anche da Palazzo dei Celestini per poi rientrare in chiesa ove il sacerdote trovava il portone chiuso. Racconta Gino: “Lu sacerdote tuzzava tre fiate e la porta se apria cu fazza trasire Cristu muertu, la Desolata, tutti li piccinni e li confratelli” che erano tantissimi a quel tempo.
Al termine della processione, come da tradizione, l’arcivescovo dal sagrato della chiesa di Santa Teresa proporrà un breve momento di riflessione sui temi del Venerdì Santo in chiave mariana.
Domani è il Sabato Santo, giorno di lutto, di silenzio e di attesa. In mattinata, alle 9, l’Ufficio delle Letture con l’arcivescovo e i canonici del Capitolo cattedrale. Alle 22 mons. Seccia presiederà la Solenne Veglia Pasquale.
La Domenica di Pasqua, alle 11, l’arcivescovo presiederà il Solenne Pontificale nella Risurrezione del Signore.