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“Chiamati alla diaconia della verità”, così ieri l’arcivescovo coadiutore di LecceAngelo Raffaele Panzetta -  in occasione dell’ormai consueta festa dei giornalisti leccesi, organizzata anche quest’anno in occasione della memoria di San Francesco di Sales dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, diretto da don Emanuele Tramacere, in collaborazione con Portalecce, -  ha rivolto il suo invito agli operatori della comunicazione a farsi servi, o meglio diaconi appunto, prestando il proprio lavoro a difesa della verità nell’informazione.

 

 

La parola verità ha riecheggiato nel corso di tutto l’incontro ospitato nel salone della chiesa parrocchiale di Santa Maria della Porta a Lecce, guidata da don Giovanni Serio, aperto ai numerosi giornalisti e ai collaboratori delle varie redazioni che operano nel mondo dei media locali. 

Durante l’incontro Gianfranco Lattante, già penna della “Gazzetta del Mezzogiorno” e attuale direttore del telegiornale di Telerama, ha moderato presentando a mons. Panzetta la realtà dell’informazione locale con un excursus delle storiche testate giornalistiche, dei network e delle emittenti del nostro territorio, preceduto dal saluto del decano dei giornalisti salentini, storica firma del Corriere dello sportElio Donno, che ha sottolineato l’importanza al rispetto delle regole dell’informazione alle quali richiama Papa Francesco: “è compito nostro, e la stampa leccese ne è ottimo esempio, esercitare il diritto di libertà con dei limiti, per non cadere nella tentazione di creare pseudo-fatti, che generino nel giornalismo situazioni di scarsa credibilità dei lettori e violazione della personalità altrui”.  

Mons. Panzetta è poi intervenuto manifestando il suo desiderio di consolidare il rapporto con la stampa e l’informazione locale, inserendosi nel filone della tradizione ecclesiale leccese, già collaudato dai suoi predecessori e che ha avuto grande attenzione al tema della comunicazione. 

Il dibattito ha poi lasciato spazio agli interventi dei giornalisti presenti, toccando temi di attualità, tra i quali l’eccesso di comunicazione e la scarsità di informazione, che deve avere come requisito fondamentale il riferimento alla verità sostanziale dei fatti, ma troppo spesso, sovrastata da una comunicazione diffusa e assordante. E ancora, il binomio tra libertà e informazione, oggigiorno minato dall’avvento delle nuove tecnologie.

Non è mancato il riferimento al tema tratto dalla prima lettera di San Pietro, scelto da Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori” (cf. 1Pt 3,15-16): “il Pontefice - ha raccontato mons. Panzetta -  ha voluto immettere un tema fondamentale nel cammino Giubilare, quello della speranza che ritengo essere molto importante nella comunicazione. Kierkegaard diceva che la speranza è la passione per il futuro e per il possibile, abbiamo bisogno di persone che descrivano la realtà anche nella sua complessità ma descrivendo anche i segnali di futuro che sono presenti nel contesto socio-culturale, una lettura kairologicadelle occasioni di grazia che sono nascoste nell’apparente cronaca che vediamo. Una cronaca dei fatti che portano dentro una possibilità di futuro. Un’informazione attenta, che evidenziando il racconto delle germinazioni belle, sconfigga la paura del futuro”.

A conclusione della mattinata di festa e di dialogo, la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Panzetta, che nella sua omelia ha ribadito ancora una volta, l’importanza di comunicare alle nuove generazioni la buona notizia contenuta nel Vangelo, proprio sull’esempio di San Francesco di Sales.  

 

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli 

 

 

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