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“Foro interno non è un’espressione a vanvera: è detta sul serio! Foro interno è foro interno e non può uscire all’esterno”. Se questo accade, “è un peccato contro la dignità della persona”.

Lo ha detto Papa Francesco nella stessa giornata delle “24 ore per il Signore” durante la quale in molti si accostano al sacramento del perdono, ai partecipanti al XXX Corso sul Foro Interno promosso dal Tribunale della Penitenzieria Apostolica. “E questo lo dico - ha spiegato Francesco - perché mi sono accorto che in alcuni gruppi nella Chiesa, gli incaricati, i superiori mescolano le due cose e prendono dal foro interno per le decisioni in quello esterno, e viceversa. Per favore, questo è peccato! È peccato contro la dignità della persona che si fida del sacerdote, manifesta la propria realtà per chiedere il perdono, e poi la si usa per sistemare le cose di un gruppo o di un movimento, forse persino di una nuova congregazione. Ma foro intero è foro interno. È una cosa sacra. Questo volevo dirlo, perché sono preoccupato “.

“L’importanza del ministero della misericordia giustifica - ha spiegato il Papa - esige e quasi ci impone un’adeguata formazione, perché l’incontro con i fedeli che domandano il perdono di Dio sia sempre un reale incontro di salvezza, nel quale l’abbraccio del Signore sia percepito in tutta la sua forza, capace di cambiare, convertire, risanare e perdonare”.

In altre parole, “deve essere certo, in qualunque momento, che il colloquio sacramentale resterà nel segreto del confessionale, tra la propria coscienza che si apre alla grazia e Dio, con la mediazione necessaria del sacerdote”.

 “Ricordiamo sempre - ha concluso il Papa rivolgendosi ai sacerdoti corsisti - di essere prima peccatori perdonati e, solo dopo, ministri del perdono”.

 

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