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Internet si sta rivelando sempre più una sfida. Per ciascuno di noi e per l’intera società.

Nel suo Messaggio per la prossima 53ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Papa Francesco afferma esplicitamente che essa si è rivelata come “uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali, che spesso assumono la forma del discredito”.

Occorre, infatti, prendere sempre più consapevolezza che, a tal proposito, occorre valutare tesi opposte.

Alcuni ritengono che la Rete non sarebbe direttamente responsabile nel suscitare istigazioni a ostilità, sollecitazioni a tante forme di avversione, odio e violenze; altri, invece, reputano che bisogna pure tenere conto della sua grande potenzialità di amplificare e sviluppare la risonanza di una comunicazione.

E, allora, “la Rete non sarebbe più neutra, ma avrebbe contribuito a creare un ambiente che avrebbe incidenza diretta sulle persone usate”, riferisce a tal proposito Giovanni Ziccardi nel suo recente volume L’odio online  (pag. 17).

Inoltre, occorre ricordare che siamo continuamente sotto osservazione, classificati, catalogati in base alle nostre scelte e abitudini, per cui, come rileva il Papa nel suo Messaggio, “L’ambiente mediale oggi è talmente pervasivo da essere ormai indistinguibile dalla sfera del vivere quotidiano”. Addirittura i nostri dati, dagli interessi dimostrati con le visualizzazioni più frequenti alle usanze negli acquisti, dai percorsi abituali alle spese compiute, dal livello di attività economica all’utilizzo dei dati informatici, con specifici motori di ricerca sono considerati in un contesto di mercato e possono essere venduti  secondo valori commerciali. Indipendentemente dal nostro interesse e dalla nostra volontà: “Numerosi esperti, a proposito delle profonde trasformazioni impresse dalla tecnologia alle logiche di produzione, circolazione e fruizione dei contenuti, evidenziano anche i rischi che minacciano la ricerca e la condivisione di una informazione autentica su scala globale”, sostiene ancora il Papa.

I social, poi, propongono frequentemente stili di vita basati semplicemente sull’assenso degli amici virtuali e soprattutto sulla popolarità espressa, e quindi sul valore desunto unicamente dall’approvazione degli utenti.

D’altra parte, però, la Rete “è una risorsa del nostro tempo. È una fonte di conoscenze e di relazioni un tempo impensabili… Internet rappresenta una possibilità straordinaria di accesso al sapere”, rileva ancora il Pontefice.

Insomma, come ogni strumento, occorre proprio saper usare positivamente i social network.

 

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