Oggi, Giovedì Santo, giornata sacerdotale per eccellenza, nella quale, durante la Messa in Coena Domini, si fa memoria dell’istituzione dell’Eucarestia e del sacramento dell’Ordine sacro, Portalecce pubblica un’intervista a un sacerdote leccese“speciale”: don Carlo Dei Lazzaretti.
A 70 anni, don Carlo è il protagonista di una testimonianza di conversione tale da dare una svolta radicale alla sua vita. Vedovo, padre di tre figli e nonno di 5 nipoti, tre anni fa ha lasciato la città di Lecce e il 10 febbraio scorso è stato ordinato sacerdote in una cerimonia che si è svolta nella cattedrale di Puebla, in Messico, dall’arcivescovo Victor Sanchez Espinosa.
Don Carlo, lei è nato a Lecce nel 1953. Proprio in questa città si è avviato nel Cammino neocatecumenale. Originario della parrocchia San Vincenzo de Paoli. Chi è Carlo Dei Lazzaretti?
Mi permetta di correggere una piccola inesattezza: io sono nato a Jesi, nelle Marche, la città che ha dato i natali a Federico II di Svevia ed a Giovanbattista Pergolesi. Carlo Dei Lazzaretti è semplicemente un uomo che, dopo una lunga esperienza di vita secolare e di rancore nei confronti di Dio, ha scoperto che Dio lo ama nonostante i suoi evidenti limiti umani.
Da commercialista a prete… a che cosa è dovuto un cambiamento così importante?
Sono un commercialista e tributarista. Come ho già detto, l’incontro con Dio, grazie al Cammino neocatecumenale, è stato la causa di una conversione che, attraverso un lungo periodo di discernimento mi ha portato a rivedere i valori essenziali della vita. All’età di 61 anni l’idea di un nuovo cammino.
Dopo sei anni di studi è stato ordinato diacono il 22 agosto 2022 e ora è stato ordinato sacerdote sempre in Messico. Perché non in Italia?
L’aspirante al sacerdozio, durante una cerimonia chiamata “Merkabah”, viene inviato nel luogo dove si formerà per la ordinazione. “Merkabah” è un termine ebraico generico che fa riferimento ad un mezzo di trasporto, ma nella Bibbia, precisamente nel Libro di Ezechiele (1,4-26) si fa menzione del “Merkabah” come del carro celeste di Dio, ovvero un veicolo a quattro ruote condotto da quattro cherubini. Durante questa cerimonia in cui si invoca lo Spirito Santo, il candidato è inviato, con questo carro celeste, al Paese dove avrà luogo la sua formazione sacerdotale. Io sono stato inviato in Messico: questa è evidentemente la volontà di Dio, chi sono io per oppormi alla sua volontà?
Padre di 3 figli, nonno di 5 nipoti. Come conciliare il sacerdozio con la sua realtà familiare?
I miei figli, dopo un primo periodo di perplessità, hanno compreso la mia chiamata vocazionale ed ora sono orgogliosi della scelta di vita operata in risposta a questa chiamata.
C’è una differenza tra essere padre biologico e padre di una comunità di credenti?
Certamente la differenza è evidente e notevole. Abramo è stato il padre biologico di Isacco, ma è riconosciuto come il padre spirituale di tutti i credenti secondo la promessa fattagli da Dio. Come padre biologico il vincolo d’amore è costituito dal sangue, come padre spirituale il vincolo d’amore è costituito dal sacrificio di Gesù Cristo.
Guardando al passato, con una frase….
Dio ha permesso il mio passato per prepararmi a questo presente.
Guardando il futuro. Cosa ci si aspetta?
Di fare la volontà di Dio, in questa terra lontana, con umiltà e semplicità.