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Un minuto di silenzio per pregare Dio, affinchè renda più profonda l’amicizia reciproca. Così ha avuto inizio il Cenone di fine anno della comunità parrocchiale di San Sabino a Lecce.

Centocinquanta tra ospiti cristiani e musulmani e volontari della parrocchia, stretti intorno alle piccole luci delle candele che ardevano calde e vivaci sui tavoli imbanditi a festa. Hanno mangiato insieme in un clima di palpabile amicizia e affetto scambievole, che da anni li tiene legati tutti i giorni e i venerdì sera, chi per servire e chi per rifocillarsi e concedersi un momento di spensieratezza in una vita segnata dalla sofferenza fisica e dalla prostrazione psicologica per gli stenti e l’emarginazione. Per una sera, basta con il lasciarsi prendere dalle amarezze e difendersi dagli sguardi “in tralice” lanciati con sprezzo o persino con indifferenza dagli altri.

Giovani e adulti della comunità hanno fatto breccia nei cuori di tanti cosiddetti “scarti” della società, suscitandone allegria, voglia di reviviscenza, di riscatto e di delicatezze premurose.

Fatima, senegalese, moglie di Mustafà, ha allattato con verecondia il suo frugoletto di sei mesi per poi lasciarlo patullarsi tra le braccia dei commensali, mentre gli altri due figli si crogiolavano tra danze estemporanee e vorticosi girotondi al suono di musiche e nenie natalizie. Senza nutrire “speranze platoniche”, Kassim, di 36 anni , ha espresso il desiderio di diventare chef in un ristorante italiano dopo l’apprendistato presso la scuola alberghiera. Musa, nato il 30 dicembre di 23 anni fa, dallo sguardo luminoso e penetrante è in Italia dal 2016,  presta servizio in un pubblico esercizio ed è contento del suo pur umile lavoro. La moglie di Fatì, da otto anni è immigrata con due figli dalla Tunisia. Ma tra gli ospiti  c’era anche chi è giunto dall’Ungheria, dal Marocco, dall’Albania e dalla Romania e cerca un lavoro stabile come badante.

E così è scorsa questa antologia vivente ricca di esperienze e avventure, che ne hanno scalfito i volti, lo sguardo, le mani... e, per una sera, i tratti dei visi si sono fatti raggianti, gli occhi lucidi e gioiosi, riacquistando quella “regalità” propria di ogni persona.

E tra un improvvisare discorsi, una piacevole degustazione e un eccellente servizio ai tavoli è giunto anche Babbo Natale, distribuendo giochi, peluche ed elargendo sorrisi ai più piccoli sorpresi, entusiasti ed appagati. A conclusione del Cenone la comunità ha indirizzato a tutti il più fervido augurio di “Buon anno!”.

 

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