All’interno dell’Istituto Penitenziario di Borgo San Nicola, a Lecce, c’è una delle più grandi falegnamerie carcerarie ad oggi in funzione. Ne sono rimaste pochissime su tutto il territorio nazionale e quella salentina si distingue per dimensione e numero di detenuti che sono stati impiegati nella lavorazione del legno.
In questo contesto è nato il progetto “Sprigionarte”, realizzato da Aforisma School of Management in partenariato con le associazioni Culturambiente Onlus e Linfae finanziato dalla Regione Puglia, Assessorato Formazione e Lavoro, POR – FESR 2014-2020.
Si tratta di un percorso di formazione sperimentale finalizzato all’inclusione socio-lavorativa di chi attualmente sta scontando una pena, con il rilascio della qualifica professionale di falegname per 10 detenuti della casa circondariale di Lecce più un altro che ha avuto la funzione di “mentore”, che hanno frequentato un corso di formazione della durata di 900 ore. Gli esami finali si terranno presumibilmente nel mese di giugno.
Nell’ambito di questo corso, un focus didattico è stato dedicato al riuso dei materiali e all’Eco Design ed ha portato alla realizzazione di una serie di manufatti realizzati con legno di scarto in un’ottica di design creativo. Un’attività che è stata scelta anche perché il concetto di upcycling può essere usato come metafora per reinventare se stessie risvegliare l’intelligenza emotiva e creativa dei detenuti.
Queste opere, nate dalla loro fantasia, sono state presentate durante l’evento di chiusura del progetto, che si è tenuto qualche giorno fa nella sala del teatrino di Borgo San Nicola, alla presenza dei familiari dei detenuti, dei promotori dell’iniziativa e delle istituzioni, a cominciare dalla direttrice della Casa Circondariale Rita Russo e dall’assessore alla Formazione e al Lavoro della Regione Puglia Sebastiano Leo.
In esposizione alcuni manufatti realizzati dai detenuti con la tecnica del recupero e del riciclo, come il carretto della raccolta differenziata (simile nell’aspetto al carretto vintage dei gelati), il tavolo infinito, le panchine green, il bar su due ruote, una casetta magica per i bambini e altri modellini in scala, come quello di un piccolo chiosco sul mare. Il segno distintivo è un dettaglio di colore turchese, usato per il mobilio delle celle, che viene prodotto in serie sempre nella falegnameria del carcere. L’esposizione è pensata per essere itinerante, quindi, dopo un primo periodo in cui resterà a Borgo San Nicola, l’intenzione è quella di portare la collezione Sprigionarte in tour.
Tutti gli arredi, poi, andranno ad abbellire l’area verde del carcere appena sarà pronta, dove i detenuti potranno passare del tempo con le loro famiglie.
L’obiettivo - ora che il corso è terminato e le professionalità sono state formate - è quello di cercare risorse per costituire una start up che possa avere commesse di lavoro anche esterne al carcere di Lecce o alle altre carceri italiane, dove spesso vanno a finire gli arredi prodotti nella falegnameria dell’istituto penitenziario salentino.
«Questo corso è un’eccellenza unica in Italia perché offre ai detenuti la possibilità di imparare un lavoro che, oggi come oggi, è richiestissimo. Quello del falegname. È mia intenzione sottoporre il progetto anche all’attenzione dell’Unione Europea perché merita di poter continuare», ha detto l’assessore Leo.
Un auspicio condiviso anche dalla direttrice Russo. «Quest’anno sono stati 10 i corsi formativi finanziati dalla Regione Puglia all’interno del nostro carcere, che hanno coinvolto ben 100 detenuti. Questo è sicuramente uno dei più riusciti, in cui è stato creato un brand, Sprigionarte, che sarebbe bello se potesse essere promosso anche fuori da qui».
La foto è di Gian Marco Vitti Studio Sciolto.