Le cronache, per sommi capi, hanno tracciato la storia di Hristo. Una storia, quella terrena, trascorsa quasi sempre per strada a Lecce, salvo alcuni anni durante i quali è stato accolto da una famiglia che si è presa cura di lui.
Poi la morte. Giunta non si sa come in un luogo deserto, sotto quel cielo nero che tante volte avrà visto stagliarsi sulla sua testa. Deposto in una cella frigorifera per giorni, settimane, mesi, ha scrutato, dall’alto, l’indifferenza di tanti , ma anche l’amore dai suoi veri amici che con costanza, impegno e testardaggine si son battuti per dargli religiosa sepoltura. I Giovani per la pace della Comunità di S. Egidio di Lecce hanno compiuto il “miracolo” di consentire che le sue misere spoglie potessero riposare in un posto, il cimitero, dove il destino dovrebbe condurre ciascuno di noi. Finalmente è stata data dignità al suo corpo mentre, come ha declamato don Carlo Santoro nell’omelia funebre, la sua anima è ora in contemplazione del Padre e della nostra cara Mamma celeste.
La storia di Hristo è quella di tanti diseredati che vivono ai margini della società e che comunque hanno trovato in questi ragazzi l’affetto di un abbraccio, di una stretta di mano, di una carezza, di quel calore di cui va alla ricerca ogni essere umano. Non è facile, ma è possibile lasciarci alle spalle il buco nero dell’orgoglio arrogante che a volte si annida prepotente in ciascuno di noi per aprire il cuore a questi nostri fratelli che vivono la più ignobile delle precarietà . Il “diverso” a volte ci spiazza, ci incute terrore, ci spaventa, poiché ci costringe a modificare i nostri pregiudizi. Se riusciamo a farlo, potremmo scoprire che ad esser diversi siamo noi perché abbiamo accettato di cambiare il nostro sguardo per dirigerlo verso ciascuno di loro.
All’interno della chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo è stata celebrata per Hristo una funzione con rito cattolico ed ortodosso. Erano presenti varie associazioni di volontariato per dare l’ultimo saluto a questo nostro amico e fratello. Un ringraziamento speciale è doveroso esprimerlo a don Flavio de Pascali, padre spirituale dell’arciconfraternita della Buona morte ed Orazione con sede nella chiesa di Sant'Irene, che si è accollata tutti gli oneri della sepoltura ed ha concesso che il defunto fosse sepolto in un loculo perpetuo all’interno di una cappella cimiteriale, alla Cooperativa Ecoword che ha coordinato le complicate operazioni di sepoltura ed infine all’unico politico presente, Silvia Miglietta (anche se membro della passata Giunta comunale), sempre presente in tutte le manifestazioni di solidarietà.