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Anche i senzatetto di Roma hanno una loro ambulanza, grazie a Papa Francesco. Nella mattinata di domenica, nella solennità di Pentecoste, prima della messa, il Pontefice ha benedetto un’”Ambulanza per i poveri di Roma”.

 

 

Si tratta di un nuovo dono del Santo Padre, affidato all’Elemosiniere apostolico, il card, Konrad Krajewski - lo  ricordiamo a Lecce per aver consegnato lo scorso 22 aprile (LEGGI QUI ) all’arcivescovo Seccia due respiratori per il Dea del “Fazzi” - in favore dei più poveri, in particolare dei senza fissa dimora che vivono le difficoltà della strada e che cercano rifugio nei dintorni del Vaticano o in ripari di fortuna a Roma. L’ambulanza, targata SCV, fa parte di quelle utilizzate per il soccorso all’interno dello Stato del Vaticano ed è stata messa a disposizione dal Governatorato esclusivamente per assistere e soccorrere i più poveri, che rimangono pressoché invisibili alle istituzioni.
“Resta nella memoria di tutti la triste vicenda di Modesta Valenti, un’anziana senza fissa dimora alla quale la città di Roma ha dedicato anche una strada. Era il 31 gennaio 1983: dopo la notte passata al freddo nei pressi della Stazione Termini, la donna si sentì male. Alcuni passanti chiamarono un’ambulanza, che tuttavia non volle soccorrerla per le sue scarse condizioni igieniche. Per quattro lunghe ore, diversi ospedali si rimbalzarono la responsabilità dell’intervento. Modesta rimase in terra, continuando a soffrire. Quando finalmente arrivò il mezzo di soccorso, era ormai morta”, si legge in un comunicato dell’Elemosineria apostolica.
L’ambulanza affiancherà le altre iniziative di assistenza medica dell’Elemosineria apostolica, attive già da alcuni anni, come quella del Poliambulatorio mobile, utilizzato principalmente per portare cure ai più poveri ed emarginati nelle periferie di Roma; o quella dell’Ambulatorio Madre di Misericordia che, sotto il Colonnato di San Pietro, offre un primo intervento medico ai senzatetto o alle persone prive di assistenza sanitaria e che ha continuato a prestare servizio anche durante il lungo periodo di lockdown per l’emergenza Covid-19.

 

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