Dal diario di Miriam… Sabato 3 novembre. Lecce. Quindici liceali al quinto incontro del nostro meraviglioso percorso di alternanza scuola-lavoro alla Casa della Carità di Lecce. Prima parte della giornata: riempirci dell’amore. Seconda parte: servire l'amore. Dove? A casa, la casa dove la carità è ormai per noi possibilità di crescita, confronto, relazione…
“Nel diventare più maturo scoprirai che hai due mani. Una per aiutare te stesso e una per aiutare il prossimo” (A. Hepburn). Anche sabato queste parole risuonavano nella mente e nel cuore.
Dio è amore. Dio è ovunque. In ogni singola cosa che ci circonda. Dio si propaga nell'aria, con il nostro respiro, perché è dentro di noi. Si propaga con le nostre voci e la musica che generiamo. Ed è proprio con la musica, con le nostre canzoni, che abbiamo voluto far iniziare il nostro incontro. Far esplodere una volta per tutte i nostri sentimenti più intimi, le nostre paure, le nostre insicurezze, le nostre certezze, i nostri sogni.
In quei momenti di estrema fragilità avere degli amici accanto che ti sostengono è una grande ricchezza. In quei momenti capisci che amore e amicizia non sono poi così diversi. Ed è in quei momenti che capisci che se Dio è amore, ciò vuol dire che sarà il tuo migliore amico per tutta la vita. Sarà colui che ti sarà accanto per sempre, che lo è sempre stato ma che a volte dimentichiamo di avere. Una lanterna luminosa che indica la strada. A volte noi però tendiamo a spegnere quella piccola-grande guida e non avere più nulla da seguire. Si rifletteva anche su questo. La figura del cieco nelle scritture. Colui che non può vedere la luce di Dio chi, sin dalla nascita, chi invece è diventato cieco. Ognuno di loro però infine tornava sul cammino della luce. La cosa che tutte le scritture avevano in comune è l'importanza della testimonianza.
Tutti noi siamo chiamati a testimoniare l'amore di Dio che viviamo ogni singolo giorno. Quando un uomo è innamorato non può fare a meno che parlarne e chi lo ascolta ha voglia d'amare anch'egli. L'amore genera amore e solo conoscendolo si può davvero provare la vera felicità. E così tra canti ed eccitazione abbiamo terminato il nostro incontro mattutino. Si pranza e si aspetta di incontrare i nostri amici poveri. Ora dobbiamo servire l’amore! Ecco allora che i nostri animi cominciano a parlare ai nostri fratelli poveri con un'altra forma d'arte. Parliamo della poesia. Gli ospiti della Casa della carità infatti hanno intrapreso un percorso di formazione alla scrittura.
Leopardi diceva che la poesia riesce ad innalzare qualsiasi cosa, qualsiasi pensiero. Figuriamoci cosa riesce a fare con delle persone che mette le emozioni al primo posto. Come fatto la mattina con le canzoni volevamo cercare di entrare con tutto il nostro spirito nell'opera che avremmo prodotto. Questa volta ci siamo serviti di una pagina di libro. Una parola che spiccava più delle altre doveva fare da incipit per i nostri versi. E così è stato. C'è chi parlava d'amore, chi d'amicizia, chi dei sogni. Tutte le poesie spaziavano sugli argomenti più nobili anche in più lingue. Italiano, inglese e arabo, siamo tutti uomini con la poesia dentro di noi. Aspetta solo di uscire fuori e farsi sentire. Dopo aver cenato tutti insieme abbiamo concluso, curiosamente, la giornata allo stesso modo si come era iniziata... cantando e lodando Dio, questa volta ancora più numerosi.