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A 30 anni dalla morte di Rosario Livatino, su iniziativa del Centro studi a lui intitolato, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha presieduto stamane una messa a Roma, nella chiesa del Sacro Cuore del Suffragio.

 

 

Presenti anche il Segretario generale mons. Stefano Russo e a numerosi direttori della Cei, e numerose autorità, fra le altre  il Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, il Giudice della Corte costituzionale Nicolò Zanon, i componenti del CSM Paola Braggion, Antonio D’Amato e Loredana Miccichè.

Nell’ OMELIA  il card. Bassetti ha ricordato a proposito di Livatino “lo stile con cui vivere la dedizione al servizio che si è assunto, ovvero senza impancarsi a superuomini, senza ostentare una saldezza che non si possiede, senza inutili asprezze; in definitiva con semplicità e umanità”. E ha aggiunto che “chi ha studiato i diari di Rosario Livatino - giudice, ma prima ancora uomo e credente - attesta di incertezze, di sfoghi spontanei, di lacerazioni interiori e di silenzi. Il che non ne fa un testimone meno prezioso per chi ebbe la fortuna di conoscerlo di persona o per chi ne ha solo sentito parlare. No: questi tratti di penna, queste semplici confidenze, ce lo rendono ancora più umano, vero, vicino. Perché come dai peccatori possono originarsi - per grazia di Dio - i santi, così i coraggiosi nascono non dai temerari ma dai timorosi e i forti sorgono non dai presuntuosi bensì dai deboli che accolgono la propria debolezza (…)”.

Nell’occasione ha fatto pervenire un messaggio la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha sottolineato come Livatino lasci “un’eredità morale che il Centro studi a lui dedicato custodisce e tramanda nella sua quotidiana attività culturale di promozione dei diritti della persona e del loro fondamento etico”.

 

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