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Antonio Greco di Lecce, 42 anni, da chierichetto a ministrante, impegnato, nel passato, nella Caritas parrocchiale. Vissuto in un quartiere difficile, il quartiere 167/b, oggi quartiere San Giovanni Battista.  Tre guide significative: don Pantaleo Mastrolia, don Nicola Macculi, don Antonio Murrone. Lo hanno aiutato in questa sua formazione, nell’apertura verso gli ultimi, i più svantaggiati, di chi vive ai margini della società.

Coinvolto nell’iniziativa dall’associazione “Pronto Soccorso dei Poveri”, apre le porte del Caffè  Foscarini alla solidarietà.

Il ‘gigante buono’, così come simpaticamente viene chiamato, da sempre tende la mano con gesti significativi di altruismo, che fanno pensare, che toccano il cuore: il ‘pasticciotto sospeso’ dona un momento di dolcezza a chi non ce l’ha. Una pausa dalle difficoltà della vita quotidiana, il tempo di una battuta, ‘quattro amici al bar’ che vogliono cambiare il mondo, per parlare ‘in tutta onestà di individui e solidarietà’.

 “A Napoli, una volta, c’era una bella abitudine: quando una persona stava su di giri e prendeva un caffè al bar, invece di uno ne pagava due. Il secondo lo riservava al cliente che veniva dopo. Detto con altre parole, era un caffè offerto all’umanità” racconta Luciano De Crescenzo ne ‘Il caffè sospeso’.

Un semplice gesto di solidarietà che, da sempre, ha aperto le porte alla convivialità.  La ‘saggezza quotidiana in piccoli sorsi’ e in piccoli morsi indica la via di una storia d’amore in cerca di altri protagonisti, perché, anche nelle piccole cose, ‘si può fare di più’.

                                                                                                

                                                                                                             

 

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