Leggere le poesie e gli altri testi letterari di don Franco Lupo aiuta a ritrovare i valori più significativi e preziosi della gente salentina.
Oltre a provocare una forte stretta al cuore per l’assenza visibile del loro autore, tanto ricco di umanità impreziosita da profondo amore per la sua terra e da intensa ed elevata spiritualità sacerdotale.
Egli era affascinato dalla vitalità del popolo leccese, ricco di pregiati valori, con tanti personaggi che esprimevano un intenso vissuto in cui quotidianamente s’intersecano il Bene ed il Male.
Voce della gente povera, memoria di un passato ricco di figure, vicende e colorite consuetudini, con le sue opere in poesia ed in prosa, con avvincenti versi nel tipico dialetto leccese ed intriganti narrazioni, don Franco ha saputo valorizzare il patrimonio di umanità che ha accompagnato nei secoli il profondo Sud.
Uomo di Dio, ha amato con cuore appassionato ed operosità intelligente e generosa, la Chiesa, vescovo-presbiteri-religiosi-fedeli laici, contribuendo con autentico spirito di servizio alla missione di annunciare e testimoniare il Vangelo in ogni celebrazione, catechesi, panegirico, attività pastorale.
Don Franco aveva un cuore sedotto dal Dio-Amore: “sempre Te wantu, jeu, Signore miu / Te benedicu a sira e menzatia”, scriveva in una sua poesia.
Lecce ed il Salento gli devono molto: ha saputo riscoprire e valorizzare magnificenza e splendori di una terra ricca di luoghi fascinosi, monumenti capaci di ammaliare, “gente bona” ricca di fede e ideali, comunità dotata di antica cultura e significative vicende storiche.
Cittadino e sacerdote che con tutta la vita si è unito a tutti per portare speranza nell’invocazione al Redentore: “Signore, all’omu peccatòre dànni uce, cu ssènta icinu lu Signòre sòu”, scriveva in un’altra poesia dedicata al Crocifisso…