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Connubio perfetto fra tradizione e ingegno, fra la povertà della carta e la maestosità del barocco, l'arte della cartapesta, in tutto il mondo conosciuta e ammirata, a distanza di secoli affascina ancora colui che passeggia fra le strette vie di Lecce.

 

 

 

I segreti di quest’arte, tramandati di generazione in generazione, di padre in figlio, sono custoditi nel sapere di pochi uomini, eletti dal tempo ed elevati al titolo rinomato di “mesci”, che con certosina pazienza e ambita manualità non cessano mai la loro attività che vanta una storia di ben cinque secoli.

Dal tempo lontano della Controriforma, in cui la Chiesa cattolica si contrapponeva a quella protestante e aveva necessità di affermare la verità tramandata dai vangeli e interpretata dal Santo Padre, l'arte diviene il mezzo preferito, ma anche il più controllato dall'Inquisizione. Mentre affreschi e dipinti, statue in marmo e in legno, si diffondono nel Nord e nel Centro Italia, nel Salento la pietra leccese e la carta straccia si trasformano in vere e proprie opere d'arte. Le commissioni per la cartapesta aumentavano e la grande richiesta, proveniente sia dal clero sia da privati, fece di questo ristretto campo un vero e proprio mestiere, permettendo a intere famiglie di aprire fiorenti imprese.

Oggi come all'ora il pathos resta lo stesso; fissando, con occhi curiosi, uno di questi pezzi unici, il volto di una semplice statua permette allo spettatore di immedesimarsi nei pensieri ignoti del personaggio e dello stesso autore; questo grazie alla tecnica che resta dunque invariata da secoli. La fase iniziale consiste nella macerazione della carta straccia in una soluzione di acqua e farina, antica antenata della odierna colla, per poi essere bollita e compressa al fine di eliminare i liquidi in eccesso. Successivamente viene adagiata su impalcature, chiamate armature, realizzate con sottili ma resistenti fili di ferro e il tutto racchiuso in una forma di gesso, precedentemente realizzata con un calco di argilla. Infine, viene rifinita con della colla e, una volta asciugata, dipinta.

Camminando per i vicoli della vecchia città si possono scorgere negli angoli bui, quasi timide e nascoste, piccole e grandi nicchie ricavate nei muri antichi delle case, che al loro interno custodiscono esempi della maestria cartapestaia. Immagini votive di santi e della Sacra Famiglia decorano dunque l'intera Lecce, talvolta illuminate da ceri o luci, permettendo al passante di elevare un pensiero o una preghiera all'Altissimo.

Le piccole botteghe, uniche nel loro genere, sono il più fulgido esempio di come la tradizione non potrà mai  essere sacrificata all'altare del consumismo.

 

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