L’unico lavoro, documentato, che si conosce di Michele Coluccio è la chiesa di Santa Maria della Grazia, che egli realizzò in Lecce, città nella quale era stabilita la comunità religiosa dei teatini alla quale apparteneva, l’ultimo decennio del Cinquecento.
Veneto, era nato a Rossano, capitò a Lecce, dove il suo Ordine era impegnato nella costruzione della casa e della chiesa di Sant’Irene, e sicuramente conobbe i disegni che per quelle fabbriche gli aveva fornito il confratello lucano Francesco Grimaldi.
Influenzato dalla compostezza dei canoni dell’architettura romana della Controriforma attuati dal Grimaldi anche in Sant’Irene, il Coluccio disegnò per la sua chiesa una limpida facciata a due ordini senza volute di raccordo e sormontata da un timpano triangolare abbellito da figure, mentre fece collocare nelle nicchie dell’ordine inferiore, altre statue di santi, gli apostoli Pietro e Paolo.
Per l’interno, progettò una pianta a croce latina con due coppie di brevi cappelle laterali ed un profondo presbiterio mentre, lo scultore e monaco Vespasiano Genuino da Gallipoli (1552-1637), realizzò il soffitto ligneo a cassettoni cruciformi.
La chiesa fu, con la cappella di San Marco (1543) ed il Sedile ricostruito il 1592, una delle prime fabbriche che nobilitarono il volto della piazza dei mercanti, prima delle due fontane, del monumento equestre di Carlo V e della marmorea colonna, sulla quale fu issata la statua bronzea di Sant’Oronzo, e con queste opere contribuì a rendere armoniosa la forma della piazza.