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Ci ha lasciati lo scorso 27 febbraio il prof. André Jacob, uno dei massimi esperti di epigrafia greco-bizantina.

Classe 1933, belga, formatosi all’Università Cattolica di Lovanio, docente presso l’École normale supérieure e l’École pratique des hautes études di Parigi, membro del Comitato internazionale di paleografia greca e con trascorsi all’Università di Chieti, Jacob è stato un autorevole studioso della Puglia medievale e, con i suoi circa 80 saggi dedicati alla cultura greca di Terra d’Otranto, ha contribuito in maniera decisiva alla riscoperta del volto bizantino del Salento, come ha ricordato la prof.ssa Maria Domenica Muci, sua allieva e collaboratrice. Della figura del prof. Jacob e dell’intenso amore che lo ha legato alla storia della nostra terra ne abbiamo parlato con il dott. Roberto De Rinaldis, presidente dell’associazione Nea Carpiniana, che da quasi vent’anni, con passione e zelo, si prende cura di uno dei più preziosi tesori del Salento greco, la Cripta di S.Cristina a Carpignano Salentino.

Dott. De Rinaldis, chi era il prof. André Jacob?

Senza dubbio, un uomo straordinario. Dotato davvero dell’umanità dei grandi. Basti pensare che, pur essendo uno studioso di caratura internazionale, era rimasto sempre una figura semplice ed umile. Del tutto priva di quella spocchia o boria che purtroppo, a volte, caratterizza certi ambienti accademici. Ha amato il Salento come pochi, consacrando diversi decenni della sua vita allo studio delle nostre radici culturali più antiche. Ha posto il suo grande valore al servizio della nostra storia ed è grazie a lui se oggi le iscrizioni bizantine della Cripta di S. Cristina sono tornate a parlarci, svelandoci molto di noi stessi, del nostro passato, della fede cristiana dei nostri antenati. In questo momento certo il dolore è profondo per una tale perdita. Ma è ancora più profonda la gratitudine per aver conosciuto la sua persona.     

 

Che cosa lascia in eredità al Salento il prof. Jacob?

Tantissimo. I suoi studi rappresentano infatti un’autentica pietra miliare nel cammino di recupero e conoscenza della nostra identità greca. Per la Cripta di S. Cristina, ad esempio, il suo contributo è stato decisivo. Gli affreschi bizantini di Carpignano sono unici al mondo perché risultano datati e firmati. È però grazie al prof. Jacob se le voci di quelle sacre pergamene dipinte sulle pareti possono oggi essere di nuovo ascoltate. A lui si deve del resto la traduzione dello struggente epitaffio della tomba di Stratigùlis, è lui ad aver meglio chiarito l’iscrizione che si accompagna al gruppo pittorico di Eustazio, ad aver decifrato l’epigrafe di Leonzio, ad aver identificato tra i personaggi degli affreschi la figura di San Teodoro. È anche grazie alla sua passione insomma se le “Vestigia bizantine del Basso Salento” - come s’intitolò un convegno da lui tenuto nel 2013- sono state tratte dalla polvere dell’oblio.

Quale pensa sia stato invece il contributo del prof. Jacob per il futuro della nostra terra?

In un mondo che ormai si avvia a divenire sempre più globalizzato penso che il Salento possa avere un futuro solo conservando le proprie peculiarità e restando fedele, anzi promuovendo, la propria originalità. In tale ottica, il contributo del prof. Jacob è stato davvero grande. Grazie a lui sono stati compiuti dei passi decisivi nel percorso identitario-culturale della nostra terra. A noi ora il compito di proseguire.

 

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