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Venerdì prossimo 24 maggio, come da antica tradizione, a Lecce si festeggia la “Madonna te le cerase” la cui statua si venera nella chiesa dedicata a Santa Maria della Provvidenza detta anche “delle Alcantarine”.

 

Anticamente la chiesa faceva parte di un complesso monastico dell’ordine degli Alcantarini, francescani riformati che seguivano le regole di San Pietro d’Alcantara. L’edificio fu eretto nel 1724, su disegno dell’architetto Mauro Manieri. Nel secondo altare di sinistra si venera la Madonna della Provvidenza detta anche Madonna delle Ciliegie o cerase. Si tratta di una Madonna con il Bambino in cartapesta policroma, opera del XVI sec. alta cm 180, di ignoto maestro salentino.

La statua, con molta probabilità, proviene dalla chiesa di Santa Maria dell’Idria di Lecce. Il simulacro nel 1833 venne trasferito e sistemato nel secondo altare di sinistra nella chiesa di San Pietro d’Alcantara di Lecce, sede odierna dell’arciconfraternita di Maria SS.ma della Divina Provvidenza e Sant'Antonio Abate. La confraternita originariamente era insediata nella chiesa di Santa Maria dell’Idria di Lecce. Il 7 maggio 1836 Re Ferdinando II di Borbone concesse alla confraternita la sede della chiesa del soppresso monastero delle religiose Alcantarine, dove tutt’oggi svolge il proprio ufficio. L’1 di settembre 1920 il pio sodalizio fu elevato ad arciconfraternita. 

Il settore più complesso e vasto nell’arte cristiana è quello riferito alla figura della Madonna. La sua figura ha suscitato da sempre la devozione popolare, che a sua volta ha determinato una grande e diversificata quantità di immagini che rendono la classificazione estremamente complicata. Un aiuto per classificare le immagini mariane, è basarsi sui titoli, cioè l’attributo che si accompagna al suo nome, per specificarne le caratteristiche o invocarne il particolare patrocinio.

Questi titoli sono sorti nel corso del tempo, sulla base delle definizioni dei Padri della Chiesa, della venerazione tributata a specifiche immagini sacre, di preghiere litaniche, di presunte apparizioni di Maria.

La statua della Madonna della Divina Provvidenza venerata nella chiesa delle Alcantarine di Lecce, è forse tra le statue in cartapesta più antiche del territorio leccese. Il simulacro potrebbe rappresentare una Madonna Madre di Dio, nota anche con la denominazione di Madonna “del segno” o ‘Panaghia Platytera’, - la più ampia dei cieli -, poiché porta il Figlio nel suo grembo. Iconografia mariana tipica dell’arte bizantina, raffigura Maria in posizione frontale, con le braccia aperte e alzate in atteggiamento orante, con il Bambino Gesù anch’egli con le braccia alzate e aperte.

Nel 1999 il pregevole simulacro, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza di Bari, è stato oggetto di un accurato restauro a cura di Lidiana Miotto, restauratrice del centro restauro materiale cartaceo di Lecce.

In precedenza si riteneva che la statua potesse risalire alla fine dell’800. A seguito del complesso lavoro di recupero, si è proceduto alla rimozione ‘a secco’ dei substrati di carta e pittura, e le varie fasi hanno evidenziato che i rifacimenti non avevano nè intaccato nè compromesso gli strati sottostanti, salvo alcune parti già eliminate in passato. Il restauro restituiva l’opera al suo aspetto originario, permettendo agli studiosi di ipotizzare, anche sulla base dei materiali e delle antiche tecniche di esecuzione, una datazione molto più antica, collocando la realizzazione dell’opera verso la fine del sec. XVI.

Le trasformazioni più evidenti hanno interessato il manto della Madonna e il basamento con le nuvole su cui poggia la Vergine con i putti.

In particolare l’ampio mantello della Madonna, nello strato più antico, celava tracce dell’originale pettorina popolare “scialletto” con decorazioni a traforo, nonché il vestito in tessuto con trame di broccato.

Lo studio e l’esame di questi antichi rifacimenti, ha costituito un contributo importante ai fini di una ricostruzione storico-artistica, non solo per le metodologie tecniche di lavorazione della cartapesta, ma anche per lo studio dell’antico costume salentino.

Durante le fasi di recupero, la dott.ssa Miotto nella relazione di intervento tecnico-artistico scrive: “…l’opera è stata notevolmente modificata tanto da stravolgere l’aspetto scultoreo originale. Le trasformazioni più evidenti hanno interessato le proporzioni del manto e delle nuvole su cui poggia la Madonna, notevolmente aumentate per il sovrapporsi dei rifacimenti effettuati nel corso del tempo... Il mantello aveva avuto quattro variazioni di tonalità di azzurro, con altrettante variazioni del bordo che, anche se molto frammentate, erano ugualmente definibili: una riprendeva la stessa decorazione del vestito del 1600 a minute foglie d’oro e conservava sotto l’attuale, una festonatura in oro, un’altra a ciliegie, e l’attuale con decorazioni in polvere d’argento.

Al termine del restauro, in modo inequivocabile, sono emerse molte novità sulle caratteristiche originarie: il tipo di ancoraggio con bulloni e chiodi; l’utilizzo da parte del cartapestaio di una armatura di tela pesante a trama larga ‘a sacco’, tela usata dai cartapestai sino alla fine del ‘500; l’originale colore delle vesti e i decori dell’abito della Madonna, nonché il bel colore rosso del vestito indossato dal Bambino Gesù, come se volesse richiamare il colore delle ciliegie.

Risulta poi significativo il riferimento all’antico decoro sul manto della Madonna, che ha evidenziato una festonatura con ciliegie. Questo dettaglio decorativo spiegherebbe la denominazione che si è tramandata, ‘Madonna delle Ciliegie’. E permette di ipotizzare l’esistenza che già dalle sue origini, esisteva una devozione alla “Madonna te le Cerase”. Una devozione, dunque, dalle origini ben più antiche dell’800.

Espressione rituale in onore della Madonna delle Ciliegie, è la festa che si tiene ogni anno nel mese di maggio, organizzata dall’arciconfraternita della SS. Divina Provvidenza e Sant'Antonio Abate (presieduta dal Priore pro-tempore Eugenio Anguilla). Per l’occasione la statua viene riccamente adornata di ciliegie provenienti dal sud-est barese, e condotta in processione per le vie del centro storico del città. Una particolarità caratterizza il corteo processionale: la Madonna viene preceduta da un carretto di legno ricolmo di ciliegie benedette, trainato da un asinello. Al termine della processione, nella piazza antistante la chiesa delle Alcantarine, i dolci e rossi frutti vengono offerti ai devoti presenti in segno di buon auspicio e dono provvidenziale, quasi che la Madonna stessa voglia farne partecipi i convenuti.

In allegato il programma degli appuntamenti di quest'anno e un video della festa del 2015 tratto dal sito web dell'Arciconfraternita.

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