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Arnesano è giustamente conosciuto in tutto il territorio dell’arcidiocesi (e forse anche oltre) per la devozione allo splendido e miracoloso Crocifisso conservato nella matrice. Ben pochi sanno però che gli arnesanesi hanno anche un concittadino santo.

O meglio, venerabile perché il consueto iter per la canonizzazione non si è ancora concluso. Si tratta del padre gesuita Raffaele Manca (1693-1741). In verità, a parte una via della toponomastica comunale a lui intitolata ed un suo profilo dipinto sulla tela di Tobia e l’Arcangelo custodita nella chiesa parrocchiale, non sembrano essersi conservate altre tracce che tramandino la memoria di questa figura nel suo paese natale. La cosa è senza dubbio attribuibile al fatto che, ad Arnesano, padre Raffaele ci nacque e ci visse l’infanzia ma il resto della sua luminosa esistenza lo trascorse girovagando, in una perenne missione evangelizzatrice, per le contrade della provincia di Taranto, andando infine a morire a Torricella che, all’epoca, altro non doveva essere che un minuscolo casale di campagna. Qui, nella chiesa di San Marco Evangelista, è ancora visibile il sepolcro dove venne tumulato.

Sebbene oggi padre Raffaele sia così poco noto, l’impressione che i contemporanei ebbero di lui fu quella di avere dinanzi un autentico santo. L’eco delle sue imprese veramente apostoliche, la fama dei suoi miracoli e delle sue profezie, il fervore della sua predicazione itinerante furono enormi nell’intera Puglia e se il suo nome non ascese, in tempi piuttosto rapidi, sugli altari, lo si deve soprattutto alla soppressione clementina della Compagnia di Gesù, che avvenne appena trentadue anni dopo la sua morte. È dunque auspicabile che gli arnesanesi riscoprano questo loro insigne conterraneo: non è poca cosa, per una comunità, avere un proprio membro con il capo cinto dall’aureola! Certo, occorrerebbe tornare a leggere le fonti e gli studi che trattano di lui. Cosa non tanto semplice perché, come ricorda lo storico Gino Giovanni Chirizzi, la prima biografia dedicata al venerabile e composta da un testimone diretto della sua vita, cioè il padre Alessandro Cianci, risulta quasi introvabile mentre la ponderosa ricerca compiuta dall’indimenticato sindaco Giuseppe Caione è rimasta purtroppo inedita. Preziosissime si rivelano quindi le pagine del volume Padre Raffaele Manca: l’Apostolo del Tarantino della prof.ssa Elena Tripaldi che, con passione e zelo, ha voluto indagare sul personaggio. Tuttavia, ancor più che farne oggetto di studio, padre Raffaele va invocato poiché egli è davvero pronto ad accogliere le preghiere di quanti si affidano alla sua intercessione. Come l’arcangelo di cui porta il nome (e del quale fu sempre devotissimo, introducendone il culto in tutti i luoghi che gli riuscì di raggiungere) anche questo ardente gesuita salentino interviene per guarire determinati mali dell’anima in coloro che a lui ricorrono con semplicità e fiducia.                 

 

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