Un’altra targa segnaletica del centro storico arbitrariamente sostituita proposta con una grafia inconsueta.
In effetti tre targhe intitolate a Giorgio Baglivi erano troppe, poste a pochissimi metri una dall’altra: nella piazzetta dove sorge la chiesa delle Alcantarine e, le altre due, in quella immediatamente successiva, sui muri esterni di edifici opposti. Trovarsi dinanzi a tale ripetizione sinceramente destava qualche perplessità (in una città dove il nome della via è segnalato soltanto da un lato della stessa e, se una strada trasversale ne interrompe la continuità…addio denominazione!) oppure induceva a pensieri eticamente scorretti: come se si fosse dovuto privilegiare a tutti i costi il talento di quest’uomo rispetto ad altri.
Il vero motivo della presenza di tre targhe con lo stesso nome rimarrà, naturalmente, ignoto.
Intanto un cenno a Giorgio Baglivi, nato a Ragusa (1668), naturalizzato leccese e morto a Roma (1707). Nella sua brillante carriera divenne celebre clinico e medico personale del Papa Innocenzo XII, al secolo Antonio Pignatelli (1615-1700). È considerato il riformatore della medicina nel 600 e il più grande clinico del suo tempo. Frutto delle sue illuminate osservazioni fatte nella provincia salentina scrisse un trattato riguardante gli effetti del morso della tarantola nell’organismo umano (1695). Aderì all’Accademia degli Spioni.
Una delle due targhe poste nella piazzetta dove si trova la “Scuola di disegno e plastica E. Maccagnani” è stata coperta con una recentissima, di uguale formato, echeggiante quelle diffuse nel centro storico, sulla quale il nome di Cloe Elmo è stato riportato con un carattere corsivo e svolazzante, probabilmente eseguito apposta per alludere all’attività artistica della Elmo: il canto lirico.
Si ricorda che ella (1910-1962) fu un’apprezzata “mezzo soprano” dotata di una voce squillante, estesa e dal timbro magnifico. Studiò al Conservatorio S. Cecilia di Roma e tenne un’audizione alla presenza del già famoso Tito Schipa col quale, nel 1933, si esibì al Politeama di Lecce. Ebbe il privilegio di cantare in vari teatri d’Europa e si rivelò una eccezionale interprete della Carmen di Bizet.
Ci troviamo di fronte a un caso per molti aspetti simile a quello rilevato per la targa intitolata all’avvocato Vittorio Aymone che, da qualche anno, copre la precedente che segnalava correttamente la Piazza Arco di Trionfo (articolo apparso con questa testata il 17 dicembre 2019).
La signora Cloe Elmo abitava o è nata nel palazzo di via Protonobilissimo, 32 il cui prospetto principale si affaccia sulla piazzetta appena accennata; apporre la targa col suo nome ha un unico significato: ricordarla.
È questa una scelta sensata? Chi ha deciso questo cambio repentino e con quali motivi inappellabili? La Sovrintendenza e, soprattutto, l’Ufficio del Centro Storico - che pure dovrebbe avere competenza in merito - sono stati interessati, sono stati invitati a esprimere un parere?
A parte ogni considerazione sulla legittimità del cambio di denominazione, quale leccese conosce Cloe Elmo? Scrivere un nome senza un accenno alla professione svolta e alle date anagrafiche non è sufficiente a cancellare l’anonimato e ridare un volto o rispolverare la memoria.
Se proprio si vuole ricordare la figura di Cloe Elmo si metta la targa sul muro del palazzo che la ospitò e si aggiunga ciò di cui si è detto.