‘Ni manca pane’ è il biglietto da visita preso in prestito dallo stesso padrone di casa che riceve la visita. Un regalo emozionante. Enza Pagliara e Dario Muci hanno bussato con quelle note nelle corde, ieri mattina alla porta di don Franco Lupo.
Tesoro di fede e di ricchezza popolare in quella casa. In quella stanza anzi, dove l’icona austera di San Francesco da Paola occupa orgogliosa l’orizzonte e ferma le lancette del tempo.
Sorpresa per lui ma non per i suoi complici, don Attilio Mesagne, regista della scena, don Emanuel Riezzo, patito di Chiesa e di Taranta e mons. Giancarlo Polito, lì un po' per caso, un po’ per turno: il martedì “tocca” a lui portare il conforto dei sacramenti al sacerdote ultranovantenne.
Tutti in quella stanza da dove tutto il giorno s’innalzano preghiere. E poi preghiere.
E in quella stanza stamattina è arrivata la musica popolare con la voce simbolo della Notte della Taranta e di tante altre notti del Salento e del mondo di Enza e con la passione per la tradizione e per il canto delle contadine di Dario.
Lo scorso 24 dicembre insieme in una Piazza Duomo commossa e silente intonarono la ninna nanna di don Franco Lupo ‘Ni manca pane’ per accogliere dalle mani dell’arcivescovo Michele Seccia il bambinello nella grotta sormontata dall’Arcu te Pratu.
Con questo biglietto si sono presentati da don Franco ma senza nostalgia. Con la memoria, invece, già tesa al futuro: le liriche della passione composte dal sacerdote-poeta da far diventare musica e preghiera in una serata prepasquale promossa dalla diocesi con le loro voci: più di un’idea ormai.
Dolce la sua accoglienza e libera la voglia di raccontare la Lecce di un tempo, culla della sua vocazione al sacerdozio e musa ispiratrice della sua poesia.