L’allevamento ovicaprino si annovera quello bovino, costituito da esemplari di mucca, dialettale vacca/vacche, qualche toro per la riproduzione, magari un vitello di pochi mesi nutrito dal latte materno, uno o più buoi.
Qui di seguito si riportano le principali locuzioni coniate sugli ovini.
Ci ha persu li uéi no bata ‘lli ruagni, chi ha perso i buoi non bada alle funi, oppure a’ perzu li joi e ba’ circandu ‘i ‘nzarti, ha perso i buoi e cerca le funi; a’ persu le vacche e vae cchiandu li jovi, ha perso le mucche e va cercando i buoi; a’ persu li jovi e vae cchiandu le pecure, ha perso i buoi e va cercando le pecore; a’ persu le vacche e vae cchiandu le corne, ha perduto le vacche e va trovando le corna; tutte queste espressioni contengono un’unica morale: è inutile cercare di salvare una piccolezza quando si è perduto un bene più importante, pertanto è meglio vigilarlo innanzi tempo anziché pentirsi quando non si può fare più nulla.
Cu llu spagu se ttàccanu le redùgghie, cu lle corde se ttàccanu li uéi, con lo spago si legano i salami, con le corde si legano i buoi; il primo deve essere sottile, il secondo deve essere una corda robusta e resistente data la stazza robusta dei buoi. Le attenzioni dell’uomo al fine di soddisfare un bisogno devono essere equiparate all’entità del bisogno stesso; la suddetta espressione si evocava in quelle circostanze in cui si voleva sottintendere che è preferibile suggellare un contratto, durevole nel tempo, con un atto notarile piuttosto che con un accordo verbale.
Quest’altra espressione: l’ommu se ttacca cu lle palore e lu iove cu lle corne, le parole legano gli uomini e il bue con le corna, invece conferma quanto il mezzo sia appropriato alla circostanza; lo sosteneva Virgilio: verba ligant nomine:taurorum cornua funes; ogni cosa a seconda del suo proprio uso.
Per approfondire:
- Barletta, Cane nu mangia cane. Bestiario popolare salentino, Edizioni Grifo, 2013.