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L’immancabile presenza di un pollaio occupato in prevalenza da galline, addhrine, e qualche gallo, addhru, consentiva di avere uova e, all’occorrenza, carne fresca e genuina perché i pennuti, scalisciando, razzolando liberamente, raspando nel terreno, si nutrono di insetti, vermi ed erba spontanea; con le penne migliori si realizzavano ventagli adoperati per alimentare il fuoco del camino. Quando dovevano rientrare nel pollaio la voce di richiamo è na, na, pi-, na, na (acc. circon. sulla a), mentre per allontanarle è sciò!

 

 

 

Una delle caratteristiche che accomuna galline e galli è che se mmasunanu ossia si mettono a dormire aggrappate sopra i bastoni collocati nel pollaio. Il verbo si adopera anche nel significato di rincasare, di raccogliersi, di mettersi insieme, di andare a dormire presto: te sta masùni, stai rincasando; te curchi all’ura t’’e addhrine, vai al letto all’ora delle galline; si dice a chi è abituato a coricarsi presto.

Ecco alcuni modi di dire:

La caddhrina furtunata trova lu cranu puru se ete cicata, la gallina fortunata trova il grano anche se è cieca: la fortuna arride alle disgrazie umane.

Meju l’ou osci ca la cadhrdina crai, meglio l’uovo oggi che la gallina domani.

Nella lingua dialettale infantile l’uovo è detto lu ccuccù; l’uovo quatizzu o cuatizzu, covaticcio, è quello non gallato, dal latino cubaticius.

Parenu zampe de addhrina, sembrano zampe di gallina, così si denomina una calligrafia illeggibile e disordinata, da non confondere con le rughe che compaiono intorno agli occhi.

Cunta quandu piscia la caddina, parla quando piscia la gallina, la quale, come tutti gli uccelli, urina e defeca contemporaneamente.

L’addhrina face l’eu e allu addhru ni usca lu culu, la gallina fa l’uovo e al gallo brucia il sedere; la similitudine si riferisce all’individuo che millanta di avere svolto un’azione compiuta, invece, da un altro.

De lu pizzu face l’ou la caddina, dal becco fa l’uovo la gallina; si vuol dire che se è ben nutrita fa uova abbondanti e saporite.

Caddhrina ecchia face bonu brodu, gallina vecchia fa buon brodo; a parte l’aspetto gastronomico la frase contiene un’allegoria e, al tempo stesso, una constatazione: l’ultima tappa delle galline è nella pentola; la donna in età matura è più assennata e conciliante.

Vastutu comu rigina e scazatu comu caddina, vestito come una regina e scalzo come una gallina, si appropria a chi indossa abiti eleganti, ma non ha scarpe adeguate.

Per approfondire:

  1. Barletta, Cane nu mangia cane. Bestiario popolare salentino, Edizioni Grifo, 2013.

 

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