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Entrando nella Chiesa di San Matteo a Lecce, in fondo, sulla destra prima del presbiterio, si trova un antico dipinto raffigurante la Madonna che allatta il divin Figlio e, in alto, si vede un angelo che sorregge una fiaccola.

 

 

È questa l'immagine della Madonna della Luce che ricorda la devozione dei leccesi verso questo titolo mariano, il cui inizio ebbe luogo nel 1467. Infatti, in quell'anno imperversava la peste in tutta la città, ma su una piccola cappella dedicata alla Vergine ed edificata fuori dalle mura cittadine nel 1418, apparve un Angelo con la fiaccola della luce accesa. Tale visione comportò un gran concorso di popolo che volle pregare la Vergine per ottenere la liberazione dal contagioso male.

Dal 13 giugno 1467 (giorno dell'apparizione) i pellegrini leccesi quotidianamente si recavano nella piccola cappella a tal punto che ben presto, il 9 agosto seguente, fu costruita una chiesa più grande a cui fu dato il nome di Maria della Luce. Nel medesimo periodo, un capitano di Ferdinando I, Giangiacomo Scisciò testimoniò di aver visto una apparizione di luce della Vergine proprio nella medesima chiesa.

Nel 1593, quando i leccesi vollero ingrandire la città e fortificarla, la Chiesa fu inglobata nelle mura e fu riedificata, salvaguardando l'immagine della Vergine.

Infine, quando la Chiesa fu diroccata, l'immagine fu solennemente traslata a San Matteo, dove è custodita ancora oggi.

 

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