L’anteprima di ieri sera nella basilica di Santa Croce a Lecce è stata la presentazione ufficiale di Mysterium lunae, l’installazione site-specific d’arte sacra contemporanea, con la regia di Alessandro Valenti e la progettazione sonora di Stefano De Santis Urkuma.
Valenti, regista e sceneggiatore cinematografico, ha progettato una vera e propria dimensione immersiva capace di allenare lo sguardo di chi si immerge in quella che non sarà soltanto una contemplazione di uno spazio architettonico, ma una vera e propria esperienza che sollecita i sensi, dalla vista all’udito, consentendoci di attraversare la spazialità “sacra” della basilica con nuove consapevolezze che coniugano fede, storia, arte e visioni.
Non si tratta di un lavoro di progettazione illuminotecnica, ma un lavoro che rallenta i tempi della permanenza di chi vorrà vivere tale esperienza, consentendo una specifica visione di dettagli, squarci improvvisi di particolari scolpiti nella pietra, in grado di penetrare immagini, decorazioni e profondità architettoniche capaci di rivelare il senso vero che è alla base della stessa costruzione di Santa Croce nel XVI secolo.
Che cosa è il Mysterium Lunae e perché ricorrere a questo concetto teologico per “raccontare” e presentare alla città la nuova illuminazione della basilica di Santa Croce, quindi? Così come la luna non ha luce propria, ma riflette la luce del sole, anche l’essere umano, secondo questo concetto teologico, non ha luce propria ma la luce che ha è un riflesso della luce di Dio.La luce come richiamo, ricerca, rivelazione, quindi.
Come farlo? Alla stregua degli antichi salmi che venivano cantati così noi utilizziamo la musica come supporto alla luce. Musica come una guida ulteriore che possa condurci ad una ricerca. La stessa ricerca di purezza che ha vissuto Celestino V dimettendosi da papa per diventare eremita. Perciò chi si accingerà a vivere l’esperienza di Mysterium lunae potrà vivere un itinerario spirituale sulle sue orme. Dal fonte battesimale si transita alla rappresentazione della purezza del giglio, alla liberazione dei demoni interiori effigiati nell’altare dedicato a San Francesco di Paola, all’individuazione della figura di Melchisedec, re del Regno di Salem, l’antica Gerusalemme, ovvero colui che offrì pane e vino ad Abramo. La Trinità dipinta dal pittore Gianserio Strafella e poi la croce tracciano le tappe finali di questo che è anche un percorso di conoscenza.